I pesci: la loro vita segreta finalmente svelata; è questo il titolo del nuovo lavoro del dott. Marcus Fish-Whale, uno dei primi accademici a fare il coming out, professore ordinario di ittiologia presso la prestigiosa Sea, River & Lake University. Il volume, che ho avuto la possibilità di leggere in anteprima per l’Italia, negli Stati Uniti è già un best-seller – cosa oltremodo rara per un testo scientifico – a causa delle rivoluzionarie scoperte del dott. Fish-Whale.
Non solo chi si è sempre interrogato sui misteri del mondo marino ha trovato in questo testo esaurienti risposte, ma anche chi più semplicemente si è sempre chiesto cosa succedesse nell’acquario di casa, quando i pesci erano certi che nessuno li vedesse.
Intervistiamo il dott. Fish in una delle pause dell’attività accademica, presso l’acquario dell’università.
Com’è nata l’idea di un libro sulla vita segreta dei pesci?
Il libro nasce da una duplice esigenza: da una parte ero stufo di sentir chiamato in causa la "Natura" ogni volta che si parla di omosessualità. Con questo libro ho voluto dimostrare che il concetto di "natura" che la Natura mette effettivamente in pratica è molto più ampio di quanto alcuni politici pensino. Dall’altra credo che i pesci gay sentissero il bisogno che qualcuno sollevasse la questione della diffusione dell’omosessualità nel mondo marino in maniera scientifica, senza pregiudizi di sorta.
Possiamo anticipare ai lettori alcune delle conclusioni a cui è giunto riguardo la vita omosessuale dei pesci?
Diciamo subito che essere gay nel mondo marino non è molto facile. La condizione d’isolamento sperimentata dai pescetti gay viene tuttavia ben presto superata, grazie a una congenita tendenza all’aggregazione. Questi gruppi diventano così dei sostituti della famiglia d’origine con la quale non di rado si mantengono rapporti ambivalenti. Per quanto riguarda la vita sociale dei pesci gay, i ricercatori hanno potuto appurare una forte preferenza per alcuni luoghi privilegiati.
Per esempio è assai facile trovare frotte di pesci gay presso i relitti di alcuni prestigiosi vascelli, intenti a girare per i saloni da ballo a pinne alte (un atteggiamento di grande snobismo). Alcuni di loro – mentendo – si vantano di essere nati lì e di averci sempre vissuto. Molto attraenti risultano poi per i pesci gay alcuni intricati cespugli di piante marine, dov’è difficile la visibilità, o alcune cavità rocciose completamente buie, dove i pesci sono soliti infilarsi in maniera frettolosa, per uscirne alcuni minuti dopo, decisamente rinfrancati. Probabilmente per lo stesso motivo è molto frequentato il mar Nero. Tuttavia, data l’oscurità che regna in questi luoghi, allo stato attuale sono possibili solo delle ipotesi riguardo le attività, presumibilmente sessuali, praticate in questi luoghi.
Molto amato sembra poi essere il mar rosso: sembra che gli straordinari riflessi delle sue acque rendano particolarmente allegri i pesci gay, che vi si riuniscono per festeggiare insieme.
E cosa può dirci degli acquari domestici?
Ci sono alcuni elementi oramai scientificamente acclarati: sembra infatti che il grado di omosessualità dei pesci dell’acquario sia fortemente influenzato da alcune variabili. Tali variabili sono essenzialmente due: il tipo di acquario e la varietà dei pesci presenti. Analizziamo in primo luogo il fattore più importante: quello ambientale. Se il vostro acquario è piccolo, con due sassolini messi alla rinfusa sul fondo è altamente improbabile che assisterete a fenomeni ittici gay. Se, al contrario, vi preoccupate di avere un acquario abbastanza grande, col fondo ricoperto di strati multicolori di sassi e conchiglie, con piante acquatiche e suppellettili varie, allora avrete creato l’ambiente ideale. Il massimo è inserire nell’acquario uno di quei piccoli castelletti in rovina dove i pesci possono infilarsi. Da rilevazioni eseguite abbiamo appurato che i pesci gay hanno la tendenza a rimanere a lungo nel castelletto, guadagnandosi l’appellativo scientifico di "Fish queen". Inoltre, come dicevo, è importante la varietà ittica.
È molto improbabile che pesci rossi trovino attraenti altri pesci rossi: i pesci gay sono politically correct, amano la varietà multietnica, la trasversalità. Di conseguenza sarà opportuno mettere insieme pesci di diversi tipi e inclinazioni (dagli aristocratici pesci tropicali fino ai rozzi pesci comuni) per una soddisfacente vita sessuale e relazionale all’interno dell’acquario.
Una scoperta rivoluzionaria è stata fatta poi quasi per caso: mi sono reso conto che diluendo nella comune acqua dei pesci una bottiglia di pregiata acqua minerale a settimana la percentuale di pesci omosessuali cresceva nel giro di due mesi. Sono giunto a ritenere dunque che l’acqua comune deprima la vocazione gay di alcuni pesci, che invece trovano un forte incoraggiamento all’espressione di se stessi nelle frizzanti bollicine di acque più pregiate.
Decisamente illuminanti queste considerazioni. Augurandoci che anche in Italia la ricerca scientifica ci regali presto scoperte altrettanto interessanti, salutiamo il dott. Fish-Whale ringraziandolo per la sua gentilezza e professionalità.
di Antonio Zagari
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