A 81 anni Berlusconi non smette snocciolare stereotipi da macho tra l’osceno e l’offensivo: ormai più che rabbia, fanno pietà.
Correggere un uomo avanti con l’età non è cosa e si sa, è anche tempo perso. Non dovremmo quindi stupirci dell’ultima uscita machista di Silvio Berlusconi, che durante una visita in Molise fa la ramanzina a un bambino su cosa è da maschio e cosa no.
Il leader di Forza Italia, impegnato a San Giuliano di Puglia per le imminenti regionali, si sarebbe rivolto a un ragazzino presente tra la folla rimbrottandolo per l’orecchino: “Tu questo qua perché te lo metti? Non sei mica una bambina. Un maschio non deve mettere quelle cose lì”.
A riportare la battuta è il giornale online MoliOne, secondo cui Berlusconi ne avrebbe avuto poi anche per i tatuaggi. Non è il primo episodio di brontolio berlusconiano in questa campagna elettorale, dove pochi giorni prima il Cavaliere aveva rimproverato una donna che gli aveva stretto la mano troppo vigorosamente, dicendole che così non avrebbe mai trovato marito.
Non che ci si possa aspettare diversamente da un uomo di 81 anni che ha sempre sfoggiato nel suo umorismo quanto, purtroppo, nelle sue convinzioni, il codice di un piccolo borghese ben piantato, impegnato a esibire le donne quando non a sfotterle, in un’alternanza tutta assecondata al suo piacere. A sminuire il diverso, l’omosessuale, salvo poi promettergli tolleranza come prova, tutta teorica, di una magnanimità liberale da anima buona.
Tuttavia fa specie come proprio in queste sue espressioni sempre più fiacche sia facile notare il diradarsi del suo potere: laddove una volta c’era il borioso segno del padrone, oggi suonano poco più come le intemerate di un anziano un po’ bigotto.
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