Attimi di paura domenica notte per Chelsea Manning, l’ex militare fonte di Wikileaks, ora attivista transgender: ha pensato al suicidio.
Allarme rientrato a Milano, dove domenica notte Chelsea Manning aveva postato una foto su Twitter in cui si vedevano i suoi piedi sul cornicione dell’hotel in cui risiedeva e la laconica scritta “I’m sorry”. La mattina dopo i suoi collaboratori hanno tranquillizzato tutti dicendo che l’ex whistleblower “è salva”.
Manning si trovava nella città lombarda per partecipare come relatrice al Wired Next Fest, l’evento su tecnologia e società organizzato nel weekend dall’omonimo magazine nei Giardini di Porta Venezia.
Nome di punta di quest’edizione, Manning è stato il soldato che ha passato a Wikileaks migliaia di file secretati sulle uccisioni di civili da parte degli Stati Uniti in Iraq, venendo poi condannato a 35 anni di reclusione con svariate accuse di aver minato la sicurezza nazionale. Dopo quattro anni di prigionia, durante i quali ha iniziato la transizione, è stata graziata da Barack Obama.
Oggi è attivista per i diritti umani nel campo della tecnologia e candidata al Senato per lo stato del Maryland.
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