Mercoledì scorso il Consiglio comunale di Chicago ha ipotizzato la possibilità di riservare alcuni contratti comunali per le imprese con proprietari LGBTQ, replicando quanto già accade per imprese appartenenti a donne e persone di colore. Peccato che durante la riunione del Consiglio l’assessore Walter Burnett Jr. abbia protestato animosamente, dicendosi preoccupato.
A suo dire, infatti, alcuni imprenditori potrebbero commettere una frode, fingendo di essere LGBTQ solo per avere un contratto comunale. Il consigliere ha ricordato una truffa passata diventata celebre grazie al film con Adam Sandler e Kevin James, Io vi dichiaro marito e… marito, in cui due vigili del fuoco si sposarono per ottenere vantaggi fiscali.
Non l’avesse mai fatto. La 57enne Lori Lightfoot, prima donna afroamericana e prima donna apertamente omosessuale della storia degli Stati Uniti d’America a ricoprire il ruolo di sindaco in una grande metropoli, l’ha pubbicamente cazziato per i suoi “inquietanti” commenti, da lei ritenuti “offensivi”. Da adulta e sindaco, ha rimarcato, era suo obbligo “non tacere più”. Il suo discorso è presto diventato virale.
Come sindaco, come donna nera, lesbica e orgogliosa su tutti i fronti, devo dire che sono disturbata dalla natura della discussione della commissione e dalla natura della discussione avveuta qui, oggi. I nostri figli ci stanno guardando. Per favore, scegliete attentamente le vostre parole. Siamo dei leader politici. Le persone ci guardano. Prenderanno sul serio le nostre parole, come dovrebbero, e allora stai attento a come ti esprimi. Naturalmente fai delle domande, questo è ciò che fa un organo deliberativo, ma falle in un modo che non demonizzi o vittimizzi nessuno.
La Lightfoot si è poi detta turbata dal fatto che un membro del Consiglio della comunità nera denigri la comunità gay, aggiungendo che la “torta” dei contratti in città è abbastanza grande da non far preoccupare nessuno, senza favorire una comunità a scapito di un’altra. Più tardi, la sindaca ha ribadito l’importanza di eleggere candidati politici gay e lesbiche.
Dobbiamo avere una rappresentazione di persone che capiscono la nostra esperienza vissuta. Ieri al Consiglio comunale c’è stato un perfetto esempio del motivo per cui non possiamo sederci sugli allori. La battaglia non è finita. Abbiamo ancora ignoranza e fanatismo che vogliono spingerci indietro, farci tornare nell’ombra.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.