Una novità unica quanto detto dal presidente di Cuba Miguel Dìaz-Canel riguardo il matrimonio egualitario.
Canez è il primo presidente a ricoprire questo ruolo nell’era post-rivoluzionare dell’isola cubana. E’ presidente da aprile di quest’anno, quando Raul Castro decise di ritirarsi a vita privata. E un passo dopo l’altro, anche Cuba sta pensando a concedere più diritti alle coppie omosessuali, dopo anni di repressioni, violenze e arresti.
Il presidente Canel ha spiegato, nel corso di un’intervista, che è assolutamente a favore di una legge sul matrimonio egualitario, assicurando che anche l’intero popolo cubano crede che sia venuto il momento di approvare un testo a riguardo. Già a luglio di quest’anno si pensava a modificare l’articolo sul matrimonio nella Costituzione. Difatti si intendeva concedere che le nozze a tutte le coppie senza distinzione di sesso. Nonostante ci non fosse una legge sul matrimonio egualitario, avrebbe comunque reso più facile una futura approvazione sulle unioni same-sex.
Il matrimonio egualitario è stato un tabù a Cuba per troppo tempo
“Credo che non ci debba essere nessuna discriminazione” ha spiegato il presidente riguardo al matrimonio egualitario. Dopo la fine dell’era dei Castro, a Cuba sono caduti moltissimi tabù, tra cui anche quello dell’omosessualità, legale dal 1979 ma senza leggi a favore. Prima di procedere alla proposta di legge, però, la decisione spetterà ai cittadini cubani, che decideranno tramite un referendum.
Tra gli Anni ’60 e ’70, a Cuba gli omosessuali erano perseguitati e arrestati di continuo. Chi era dichiarato colpevole, veniva incarcerato o inviato nei campi di rieducazione, a lavorare come contadino. Fino a qualche anno fa si sono verificati alcuni fermi ma senza conseguenze. Nel 2010, Fidel Castro si prese la responsabilità delle violenze subite dai cittadini gay, chiedendo perdono a tutti coloro che erano stati incolpati ingiustamente. “Ci sono stati momenti di grande ingiustizia, e se c’è un responsabile, quello sono io” aveva spiegato in un’intervista al quotidiano locale La Jornada. Tale decisione, forse, è arrivata anche dopo le battaglie di Alina Castro, figlia di Fidel, da sempre promotrice di una legge a favore delle coppie omosessuali a Cuba.
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