Daniela e Celeste sono le due mamme di una bambina di otto anni. A causa dell’atto ministeriale di Salvini, quando la carta d’identità della bimba scadrà, non sanno come fare per risultare entrambe genitori. La loro speranza, al momento, è che nell’arco dei prossimi 4 anni (tempo di validità dell’attuale carta) qualcosa cambi. In modo da poter chiedere un nuovo documento, risultando entrambi madri. Nonostante questo, sono entrambe arrabbiate contro la decisone del ministro, perché contribuisce a mostrare i figli delle famiglie omogenitoriali come bambini di serie B.
Un atto illegittimo e palesemente discriminatorio, spiega Daniela D’Anna, la quale è anche la referente di Famiglia Arcobaleno in Sicilia. In un’intervista a Adnkronos, Daniela spiega che lo Stato dovrebbe emettere un decreto ministeriale solo in casi particolari, quando è necessario un intervento tempestivo e immediato da parte della politica.
Non si capisce qual è l’urgenza di modificare sulla tessera dei minori le diciture di ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’. Forse il ministro Salvini deve dare una risposta ai signori del Congresso mondiale delle famiglie di Verona e ai magnati che ci stanno dietro? O, forse, per pura propaganda politica, tenuto conto che il ministro dell’Interno dovrebbe sapere che un decreto ministeriale non può sostituire una legge.
Salvini non ha pensato al caos nei Comuni
Oltre a essere un decreto illegittimo e altamente discriminatorio che va contro i principi stabiliti nella Costituzione, il ministro Salvini assieme a collega dell’Economia e Finanze Tria e della Pubblica Amministrazione Bongiorno, non ha pensato al caos che questa modifica creerà negli uffici comunali, dove gli incaricati non sapranno cosa fare nel caso una coppia LGBT dovesse richiedere il documento d’identità o il riconoscimento del figlio. Le vie sarebbero due: non avere un documento o che solo uno dei due genitori sia riconosciuto come madre o madre del minore.
E’ anche per questo motivo che le associazioni hanno presentato un ricorso al TAR e che molte famiglie LGBT hanno già sentito un avvocato, per eliminare dalla Gazzetta Ufficiale l’atto ministeriale. In attesa di nuovi sviluppi, le famiglie arcobaleno rimangono preoccupate.
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