Era da tempo che sulla Croisette un film non appassionava così tanto gli spettatori: mai viste tante lacrime, occhi gonfi, silenzi totali durante il film e applausi scroscianti ai titoli di coda alternati a sghignazzi e boati di disappunto. Ma alle proiezioni delle opere del geniale troll danese
Nei panni della protagonista la cantante islandese Bjork, talmente perfetta nella parte di Selma da far pensare a un’identificazione totale col personaggio: alla consegna della Palma d’Oro come migliore attrice c’è stata una trascinante standing ovation del pubblico. Pare che ci siano stati non pochi problemi durante la lavorazione del film (per firmare i contratti finali ci sono voluti due anni) con crisi isteriche dell’attrice, abbandono del set e liti furibonde. Ma sul palco c’è stata riappacificazione: ‘Se vedete Bjork, ditele che l’amo!’ ha detto Lars mentre sedeva a fianco della cantante islandese.
Von Trier riesce così a rivoluzionare i generi creando una sublime sintesi tra tecnica e emozione, tra sperimentalismo e alta drammaturgia: ne viene fuori un film molto affascinante e ambiguo, ricco di un senso della grazia quasi religioso e un cinismo estremo, commoventissimo ma nello stesso tempo glaciale. Alla domanda ‘come mai i suoi film generano sempre giudizi così contrapposti?’ il regista danese ha risposto: ‘Mi sentirei ridicolo se i miei film piacessero a tutti. E’ la sesta volta che Jacob mi invita a Cannes. Non so che cosa capisca di cinema, ma è una brava persona’.
In ‘Dancer in the Dark’ c’è anche una fortissima critica al sistema giudiziario americano e alla pena di morte (tra l’altro uno dei personaggi chiave fa il poliziotto, si chiama Bill e assomiglia a Bill Clinton) per cui si presume che in America il film non avrà vita così facile.
Per quanto riguarda il magnifico finale, l’ultima inquadratura è semplicemente scioccante. A Cannes, Lars aveva addirittura inserito nel darkeggiante press kit un cartoncino autografo in cui pregava i giornalisti, per il bene del pubblico e del film, di non rivelare come va a finire. Ovviamente alcuni se ne sono fregati. Noi rispettiamo invece il volere del regista.
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