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Formigoni, il coinquilino da 20 anni e la villa in Sardegna

Dai documenti dell’inchiesta su Daccò emergono particolari sul rapporto tra Formigoni e Alberto Perego compresa la convivenza da 20 anni, nella casa dei Memores Domini. Un rapporto che vale una villa.

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E’ un fiume in piena, Pierangelo Daccò, l’uomo vicino a Formigoni che faceva da intermediario tra le aziende sanitarie private e la Regione Lombardia e che è in carcere per le inchiese San Raffaele e Maugeri.
Un fiume che stra travolgendo tutto l’ecosistema che, in un modo o nell’altro, gira intorno al Presidente lombardo da 17 anni. L’ultima vicenda tira in ballo l’azienda di consulenza torinese Soges che si sarebbe agiudicata un appalto da 25.960 euro presso la Regione Lombardia per un servizio di "supporto al monitoraggio" per il programma "dell’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea Spazio Alpino". E fin qui non ci sarebbe niente di interessante se non fosse che l’azienda è di proprietà al 50 per cento di un certo Alberto Perego, amico stretto di Formigoni. Anzi, di più: "coinquilino" da 20 anni.

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A raccontare la vicenda è il sito del Corriere della Sera che aggiunge particolari sul rapporto tra Perego, 64 anni, e Formigoni. Perego, infatti, non è un amico qualunque tra i tranti del presidente Formigoni, ma un amico speciale con il quale vive da 20 anni insieme ad altri uomini, i Memores Domini, un gruppo di laici appartenenti a Comunione e Liberazione la cui esistenza in quanto comunità è riconosciuta dal Vaticano fin dal lontano 1988. Una comunità, a quanto pare, basata su povertà, castità, obbedienza.E, sempre secondo le rivelazioni del Corriere, in quella casa di via Villani si vive una vita da perfetta comunità: la mattina preghiera insieme, turni per lavare le stoviglie e rigovernare e poi tutti via per una giornata di lavoro. Ma tra tutti, il preferito di Formigoni sembrerebbe proprio Perego se è vero che è con lui che Formigoni avrebbe passato il Capodanno 2010-2011 di cui le cronache parlano da mesi, vissuto dopo un volo privato costato 100 mila euro.

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E c’è di più. Perego sarebbe anche l’intestatario dei contratti fittizi per l’uso per quattro mesi nel 2007 della barca Ojala, costata 36.000 euro. Sempre Perego, poi, è l’uomo attraverso il quale Formigoni rimborsa le spese di alcuni voli a Daccò.
Ancora Perego è amministratore delegato dell’Istituto nazionale di genetica molecolare, una fondazione che si occupa di terapie e strumenti diagnostici per i tumori i cui membri del cda vengono scelti dal Ministero della Salute, da quello degli Esteri, dal Policlinico di Milano e, guarda caso, dalla Regione Lombardia. Perego, per quell’incarico, prenderebbe 130.000 euro l’anno.

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Ed è sempre Perego colui al quale Formigoni versa la somma di 1 milione e 100 mila euro per l’acquisto di una lussuosa villa in Sardegna. Oltre a quella cifra, Perego avrebbe poi aggiunto un mutuo per una cifra ancora maggioe (un milione e mezzo) diventando l’unico proprietario della villa acquistata da una società che porta, e il cerchio si chiude, a Daccò.
E mentre su internet si diffonde la notizia, su Twitter viaggia, di pari passo, l’ironia.

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L’hashtag #coinquilini (o #coinquilino e #coinquiline) viene usato da molti utenti per sostituire la parola "gay" in molti luoghi comuni o citazioni famose.
Qualche esempio per tutti: Ikea: siamo aperti a tutti i tipi di #coinquilini, scrive @4ndy; I #coinquilini hanno buon gusto nel vestire, è il tweet di @Gaudo; Dove lo fanno quest’anno il #coinquilini pride?, chiede @martinrance. L’elenco è lunghissimo, basta fare una ricerca dell’hashtag per leggerne di tutti i colori.
Insomma, povertà, castità e obbedienza: sulla prima le inchieste fanno sorger qualche dubbio, sul resto ci pensa il cosiddetto "popolo della rete".

(foto della villa da Ilfattoquotidiano.it, foto di Perego da corriere.it)

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