I NERI DI MAPPLETHORPE – Photogallery
VENEZIA. New York, metà degli anni ’80. Una giornalista austriaca decide di intervistare il fotografo più controverso della scena americana, Robert Mapplethorpe. Riesce ad ottenere un appuntamento nella casa-studio dell’artista e, per non sentirsi troppo sola, porta con sé un giovane amico, un ballerino nero brasiliano trapiantato negli Usa. L’intervista scorre perfettamente fino alla richiesta della giornalista di fotografare Mapplethorpe.
"Mi faccio fotografare da te solo se lui si fa fotografare da me". Con questa risposta sono nate le splendide foto che hanno per modello Ismael Ivo, oggi coreografo e danzatore famoso, trapiantato in Germania dal 1985. Ivo ha presentato, il 7 e 8 maggio, alla Biennale di Venezia nella rassegna Solomen – 25 titoli per 25 assoli maschili, curata da Carolyn Carlson, uno spettacolo dedicato al grande fotografo morto di Aids nel 1989 ed intitolato semplicemente "Mapplethorpe". Lo spettacolo gira ora per l’Italia e l’Europa.
Ivo è un artista controverso: il corpo esibito in scena, quasi sempre completamente nudo, le tematiche improbabili dei suoi spettacoli, dedicati, fra gli altri, alla pittura di Francis Bacon, all’Otello di Shakespeare, a "Le Serve" di Genet, uniti ad un erotismo senza pudori, hanno scandalizzato anche le platee più avvezze alle provocazioni.
Anche se Ivo ammette di non divertirsi affatto a scandalizzare il pubblico, anzi, nega persino l’effetto: "Scandalizzare aveva senso negli anni sessanta, forse negli ottanta. Io espongo il corpo in un certo modo per andare oltre, suggerisco una prospettiva spirituale". Spiritualità a parte questo spettacolo sarà comunque molto esplicito riguardo ai temi sessuali che permeano tutta l’opera di Mapplethorpe. Dopo le due rappresentazioni della Biennale la performance comincerà un tourneè europea che toccherà anche l’Italia e che prevede molti esauriti.
La scelta dell’artista, al di là della personale esperienza, è dettata dalla particolare attenzione per il corpo maschile nero, esaltato attraverso le fantasie mitiche della cultura omosessuale.
Ma il primo impatto con le foto "scandalose" è stato scioccante, ammette il ballerino: "Provengo da una famiglia di operai di San Paolo e vedere tutti quegli uomini neri in posizioni erotiche mi fece sobbalzare. Ma per le mie foto ho dovuto togliermi solo la camicia". Nella New York dell’East Village tutti pensavano che il giovane creolo fosse il nuovo amante del fotografo famoso: "Ma fra noi non c’è mai stato nulla. Robert non ha mai tentato alcun approccio. Era una persona molto timida, premurosa. Non avresti mai detto che fosse stato capace di fotografarsi con una frusta nel didietro".
La dedica dello spettacolo proviene anche dall’emozione per il ricordo di un’ultima conversazione telefonica, nel 1985, quando l’esistenza del fotografo era già minata dall’Aids. Ivo, ormai trapiantato in Germania, gli telefonò per comunicargli che non si sarebbero rivisti molto presto, ma che comunque considerava il giorno in cui era stato fotografato uno dei più belli ed intensi della sua vita. "Non sai quanto sia importante questo" – rispose Mapplethorpe – "l’unica cosa che rimpiango è che non potrò più fotografarti, perché per me tu sei un modello perfetto."
I NERI DI MAPPLETHORPE – Photogallery
di Paola Faggioli
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.