Un minuto appena sulle note di Edge of Seventeen di Stevie Nicks per far uscire di testa gli omotransfobici del web. Il nuovo spot di John Lewis è presto diventato virale su Twitter grazie al suo giovanissimo protagonista. Un bambino truccato, con tacchi alti, gioielli e abito della mamma, che danza in casa tra glitter e genitori per niente sorpresi.
Se la maggior parte delle persone ha visto lo spot per quello che è, ovvero un sincero e splendido omaggio alla fantasia infantile, sui social c’è chi ha gridato allo scandalo, accusando John Lewis & Partners di aver ‘sessualizzato’ i bambini. Sonia Poulton, giornalista, ha tuonato: “Mentre provava a saltare sul carro delle teorie gender, John Lewis ha creato una pubblicità che riassume molto bene simile merda. Un bambino sessualizzato e legittimato che distrugge cose che non gli appartengono. Le persone che non riescono a vedere come questo bambino sia stato sessualizzato sono le stessa persone che devono essere tenute lontane dai bambini. Le persone come me proteggeranno sempre questi bambini da quelli come voi. Non sei progressista, sei solo un verme”.
Peccato che questo spot sia in realtà il dichiarato ed evidente ‘sequel’ di un’altra pubblicità sempre firmata John Lewis, andata in onda nel 2015 (video in fondo al post). In quel caso era una bambina a scatenarsi sulle note di Elton John, ma all’epoca nessuno osò parlare di ‘sessualizzazione’ dei bambini. Nel 2015 non ci furono polemiche di alcun tipo, ma solo e soltanto sorrisi. Dinanzi ad un bimbo truccato, strano a dirsi, apriti cielo.
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