Il governo indiano ha acquistato da Sotheby’s un ricco archivio del Mahatma Gandhi contenente, tra l’altro, un intimo scambio epistolare con un culturista ebreo tedesco che aveva fatto nascere sospetti su una presunta bisessualità dell’apostolo indiano della non violenza. Lo riferisce oggi l’Hindustan Times confermando una notizia diffusa ieri dalla famosa casa d’aste londinese.
L’affare è avvenuto alla vigilia della vendita all’incanto del prezioso materiale inedito che va dal 1905 al 1945 e che è composto da migliaia di lettere, fotografie e oggetti relativi a Gandhi. Da quando ha riferito una fonte governativa a giornale, Sotheby’s ha cancellato l’asta prevista oggi dopo la conclusione in extremis di una trattativa privata tra New Delhi e la famiglia dell’architetto Hermann Kallenbach che ha comportato l’esborso di circa 60 milioni di rupie (equivalenti a 813 mila euro) per riportare in patria il ricco archivio. La voluminosa raccolta epistolare entrerà a far parte dell’Archivio nazionale indiano e sarà a disposizione degli storici gandhiani.
A 64 anni dalla sua uccisione, la figura di Mohandas Karamchand Gandhi è ancora oggetto di studio e molti aspetti della sua vita privata sono ancora misteriosi, soprattutto per quello che riguarda la moglie e i tre figli. In più occasioni, il governo è intervenuto per evitare che da ricerche sul passato sudafricano e poi indiano del Mahatma emergessero particolari "imbarazzanti". Era stato un giornalista americano, Joseph Lelyveld, ex reporter del New York Times e Premio Pulitzer, a ipotizzare una relazione omosessuale tra Gandhi e Kallenback in un libro biografico apparso un anno fa e basato proprio sul lungo scambio epistolare tra i due amici. L’autore sosteneva che il rapporto aveva portato alla separazione dalla moglie Kasturba nel 1908.
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