“Libertà” dell’esordiente Savino Carbone è un documentario prodotto da Cooperativa Quarantadue e Centro Documentazione e Ricerca “Möbius”, che racconta la storia di B. e C., due migranti omosessuali che vivono nell’omonimo quartiere di Bari, scappati da Senegal e Nigeria perchè l’omosessualità è punita dalla legge con il carcere e, in alcuni casi, la pena di morte.
Distribuito da Premiere Film, il documentario è stato interamente girato a Bari nel 2019 ed è stato selezionato al Film Festival di Chennai, in India, e al Film Festival LGBT Boyohboy di Parigi.
Bari (Italia), 2019. Cosa significa essere liberi? Nel cinquantenario di Stonewall, due migranti omosessuali riflettono sulla loro condizione di richiedenti asilo in Italia, dopo aver lasciato il Senegal e la Nigeria per sfuggire alle persecuzioni contro la comunità LGBT. Nei due Paesi, infatti, l’omosessualità è un reato punito con il carcere e, dove vige la Shari’a, la lapidazione. Il lungo e pericoloso viaggio per arrivare in Europa non ha aiutato i due protagonisti, costretti dal clima d’odio crescente in Italia a frequentare le comunità migranti legate ai loro paesi d’origine, subendo un secondo, più doloroso, ostracismo che li spinge a vivere nella macchia. Mentre i due vivono in una sorta di limbo permanente, in Italia iniziano a manifestarsi gli effetti tragici dei decreti sicurezza voluti dal Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
A fare da sfondo è infatti il capoluogo pugliese impegnato nella campagna elettorale per le Europee, che porta il leader della Lega in città, e il Pride del cinquantennale dei moti di Stonewall. Ma soprattutto il quartiere Libertà, definito a più riprese dalla stampa un rione difficile per la massiccia presenza di comunità straniere, che nel film diventa esplicita manifestazione dei desideri di chi, per amore, ha lasciato tutto.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.