Dopo ‘Ferro 3’ di Kim Ki-duk ecco una sorta di ‘Ferro 6’ interamente gay. ‘The Iron Ladies’ di Yongyooth Thongkonthun è un film thailandese di grande successo in patria che nel 2000 (ebbene sì, arriva con un ritardo vergognoso e purtroppo in sole 10 copie) incassò 100 milioni di bath, circa 2 milioni e mezzo di euro, secondo migliore risultato in assoluto nella cinematografia di quel paese. Le signore di ferro del titolo sono un gruppo di affiatate e ruspanti pallavoliste trans, travestite e gay che nel 1996 vinsero il campionato nazionale tra lo sbigottimento degli addetti ai lavori e l’entusiasmo del pubblico.
Tutto nasce dall’amicizia tra Mon, ottimo pallavolista che per la sua omosessualità non viene preso da nessuna squadra e Jung, il suo migliore amico, anche lui escluso dalle partite per lo stesso motivo.
Quando il Governo provinciale affida al nuovo allenatore Bee l’incarico di selezionare un nuovo gruppo vincente molti giocatori eterosessuali si allontanano alla vista di Mon e Jung ma Bee non ci sta e chiede proprio a loro due di cercare gli altri pallavolisti. Formano così un variegato team formato da un sergente gay, Nong, una star di cabaret transessuale e il suo amante, Pia e Chat, e infine Wit, figlio unico di una famiglia sinothailandese che ignora i suoi gusti sessuali. La bella Pia è doppiata nella versione italiana dalla splendida Eva Robin’s che al provino ha battuto avversarie battagliere come Platinette e Vladimir Luxuria.
Il regista Thongkonthun, regista noto come autore di tv commerciale, racconta che «i personaggi principali sono perdenti che devono combattere per la loro strada verso il successo. Fare un film su questa storia era una sfida con me stesso dato che i film sui gay e lo sport o quelli girati con attori sconosciuti raramente sono ben accolti dal pubblico. La sceneggiatura ha avuto molte stesure prima che io fossi coinvolto nel progetto. La prima versione era pura commedia con un eroe e un’eroina. Quando l’ho presa in mano ho deciso che avevo bisogno di concentrare l’attenzione sul tema e renderlo abbastanza forte da spingere l’intero film. Il messaggio era la lotta per l’accettazione sociale. Desideravo dare qualcosa in più al pubblico che una semplice occasione per divertirsi».
Curiosamente, gli attori utilizzati in ‘The Iron Ladies’ sono quasi tutti eterosessuali: «Dei sei attori principali del film l’unico che è veramente gay è quello che sembra esattamente una bella donna. Gli attori eterosessuali si sono allenati per due mesi prima delle riprese per esprimere al meglio il loro lato femminile». E l’allenamento è servito molto, visto che il loro spirito di gruppo farebbe invidia a qualunque associazione gay e profonde sensibilità queer in ogni inquadratura, tra improbabili ‘scheccate’ a fil di rete e rituali collettivi a base di ammiccamenti e occhiate languide con tanto di memorabili siparietti da parte dei simpaticissimi ‘gemellini’ Aprile, Maggio e Giugno.
Evento speciale del Togay 2001 (!), ‘The Iron Ladies’ è molto, molto divertente, ha un ottimo ritmo da far invidia ai migliori episodi cartoon di Mimi Ayuhara ed è sorretto da interpretazioni agguerrite che trasudano energia e buonumore.
Il seguito del film è stato presentato al Togay di quest’anno (la squadra si divide, alcuni giocatori restano con Nong, altri con Jung e diventano acerrimi nemici) ma pare che non abbia incontrato il favore di Andrea De Liberato di Sharada Film che distribuisce il primo episodio e che per ora ha deciso di non acquistarlo (effettivamente il sequel è meno riuscito e spassoso). Ma un eventuale successo di pubblico delle Signore di Ferro potrebbe fargli cambiare idea. Diamogli una mano.
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