Se sul finire del 2005 avessi malauguratamente messo incinta una ragazza, oggi 6 agosto 2024 mio figlio/mia figlia sarebbe maggiorenne. Il problema non si è mai posto, ma fa comunque effetto l’aspetto puramente temporale della questione. Proprio come fa impressione constatare che sono trascorsi esattamente 18 anni dalla prima volta di Madonna allo stadio Olimpico di Roma per la mitologica data del Confessions Tour.
Ne è passata di acqua sotto i ponti. Basti pensare che Ilary Blasi e Francesco Totti, e Ambra Angiolini e Francesco Renga – presenti in tribuna come mi ricordano gli articoli di giornale di allora gelosamente conservati – erano ancora tra le coppie d’oro dello showbiz italiano. Le cose sono cambiate anche per la stessa Madonna, che l’anno scorso ha rischiato di lasciarci letteralmente le penne, e invece eccola ancora tra di noi tra un live a Rio de Janeiro entrato nella storia e qualche scatto un po’ cringe postato su Instagram. Forse è meglio riavvolgere il nastro e tornare a quella domenica sera di 18 (non mi rassegno ad accettare che siano effettivamente tali) anni fa.
Non so se è perché avessi 19 anni, la maturità appena messa in tasca e mi stessi preparando a vivere una fase di passaggio importante (d’altronde quando finisci la scuola iniziano le scelte che o ti svoltano la vita o te la rovinano – e chissà a quale categoria appartengono le mie…), ma il concerto di Madonna mi ha segnato ed è finito di diritto tra i ricordi più dolcemente nostalgici che ho.
Un neodiplomato si ritrova allo stadio Olimpico, a Roma, e si sente parte di un evento. Qualcosa di molto più grande di lui, ma in cui forse per la prima volta sguazza che è una meraviglia.
Tutto è perfetto: un’enorme discoteca a cielo aperto in grado di sedurre, provocare, offrire spunti di riflessione e dare qualche pugnalata intrisa di malinconia (sì, sto parlando di Forbidden Love). Madonna bella, bellissima come non mai prima è cavallerizza, poi si fa crocifiggere su una croce di Swarovski e infine veste i panni della Dancing Queen con una tutina che è un omaggio agli ABBA. Certo, la Ciccone qua e là piazza qualche immancabile predicozzo politico, un insulto a Bush non lo fa mancare, ma quando mixa Erotica con You Thrill Me non si può fare altro che capitolare.
Più che un concerto, il Confessions Tour penso sia stato un rito di iniziazione, anche perché la chiusura con quel “Time goes by so slowly” fatto ripetere a 63mila cristiani all’infinito in un crescendo sempre più incalzante e vorticoso mi fa ancora oggi cadere in uno stato di trance per cui succede qualcosa che in una mattina d’agosto non ho la pretesa di riuscire a descrivere. So solo che vedere a show finito la scritta “Have You Confessed?” sullo schermo mi fece trasalire, dal momento che sembrava aver intercettato ciò che stavo pensando in quelle due ore.
Di treni nella vita ne ho persi abbastanza, ma fortunatamente posso dire di aver assistito a quello che da molti viene riconosciuto come il momento più alto nella carriera di Madonna dal punto di vista dei live. Due anni dopo la popstar pensò bene di passare da un estremo all’altro consegnandoci la sua tournée più kitsch, lo Sticky & Sweet Tour, ma questa è decisamente un’altra storia su cui possiamo evitare di soffermarci.
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