Le oltre 300 opere esposte alla Barbican Art Gallery di Londra in occasione della mostra Masculinities: Liberation through Photography regalano l’immagine di un uomo non stereotipato, che non deve per forse essere un maschio alpha dominante. Che sceglie di andare contro una mascolinità tossica.Dal20 febbraio al 17 maggio, fotografi di alto livello come Richard Avedon, Peter Hujar, Isaac Julien, Robert Mapplethorpe hanno mostrato l’uomo sotto un’altra veste. Hanno cercato una rappresentazione del maschio che non sia quella di un uomo forte, tutto d’un pezzo, dalle movenze e dai tratti rudi.
La mostra, il cui titolo tradotta parla appunto della liberazione della mascolinità attraverso la fotografia, mira a cambiare la visione (della mascolinità stessa) portata avanti fino ad oggi. Si parla quindi di patriarcato, di misoginia, di machismo, di eterosessualità, di forza, dell’uomo visto come padre e marito. Si parla di mascolinità tossica, e la mostra intende proprio abbattere questa definizione, proponendo una rappresentazione della mascolinità in forme molteplici, dove la contraddizione e la complessità mostrano quanto sia diverso l’uomo rispetto a quanto si crede.
Sono diverse le rappresentazioni che si possono trovare alla Masculinities: Liberation through Photography presso la Barbican Art Gallery di Londra. Thomas Dworzak nel suo progetto Taliban, ad esempio, mostra le foto di due uomini talebani ritrovate a Kandahar: due soldati, duri e combattenti, che posano il fucile e si fotografano mano nella mano. Il trucco, la dolcezza e la posa mostrano due uomini completamente diversi. Oppure i soldati che dormono, la testa sulla spalla, di Adi Nes. La mascolinità tossica non esiste.
Fonte: Barbican
io adoro questa mascolinita' "tossica".