La Lega in Lombardia all’attacco del film di Veronica Pivetti contro l’omofobia proiettato nelle scuole. È il tema di una interrogazione a risposta immediata presentata da Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Consiglio regionale della Lombardia, che sarà discussa oggi dall’aula del Pirellone. Motivo dello scandalo, secondo la Lega, la proiezione all’istituto Cavalieri di Milano lo scorso 25 febbraio del primo film da regista della Pivetti, Né Giulietta né Romeo.
Una pellicola del 2015 patrocinata dall’Unicef e che ha partecipato al Gifoni festival, che racconta la storia di un sedicenne figlio di genitori separati, una madre e una nonna aperte, ma un padre conservatore che scappa di casa e arriva a Milano dopo essersi innamorato di un ragazzo. Per la Lega in Lombardia “si tratta di un film dedicato alla propaganda LGBT, come riportato sul sito “cinemagay.it” e non di un evento al fine di stimolare un dibattito sulla lotta al bullismo, come era stata presentata l’iniziativa dai proponenti. Con il patrocinio del Comune di Milano. La Lega ora chiede conto all’assessora regionale all’Istruzione, Valentina Aprea di Forza Italia, di “quale sia stato l’effettivo ruolo dell’Ufficio scolastico regionale nel processo di programmazione e proiezione del film presso l’edificio di via Olona a Milano“.
L’attrice e registra Veronica Pivetti ha così replicato: “Sono pronta ad organizzare una proiezione del film per i leghisti perché forse non sanno di cosa stanno parlando e prima di farlo forse dovrebbero vedere il film“. Poi ha aggiunto: “Sono molto felice dell’accoglienza che gli studenti hanno dato al mio film durante la proiezione alla quale era presente anche l’assessore Pierfrancesco Majorino e i rappresentanti di Agedo. Se i leghisti sono preocucpati che ci possano essere altre proiezioni io rispondo che se il Comune ne organizzerà altre io sarò ancora più felice di vivere in questa città che mi ha dato i natali. Mentre mi spiace che la Lega ritenga il tema dell’omosessualità marginale“.
Nell’interrogazione alla giunta regionale, infatti il Carroccio sostiene che “ci sono dubbi evidenti sulla utilità educativa della programmazione di tale film, in quanto non inerente alla tematica del contrasto al bullismo”. Inoltre, sempre secondo i leghisti “con il patrocinio del Comune di Milano sembra chiaro che non si tratterà di un unico evento, ma sarà avviata la programmazione in altre istituzioni scolastiche meneghine“.
Prima della Lega a sollevare la polemica sulla proiezione del film Né Giulietta né Romeo nelle scuole era stato Riccardo De Corato di Fratelli d’Italia, che aveva denunciato: “Dopo il bondage a scuola anche l’LGBT. Complimenti al sindaco di Milano Sala e a Majorino“.
Veronica Pivetti rimanda al mittente le critiche. “Il mio film è una commedia. È la prima volta che Amnesty international concede il suo patrocinio a una commedia. E se non lo sanno loro che si occupano di difesa dei diritti umani da quando sono nati. Non è stato nemmeno vietato ai minori di 14 anni. È vero che racconta la presa di coscienza di un adolescente della sua omosessualità. Non credo che la Lega sia contro i diritti umani, se no sarebbe molto grave. Se il Comune organizzerà altre proiezioni nelle scuole mi congratulo fin da ora. Mi dispiace, invece, sentire tesi così razziste e per di più sostenute da persone impreparate sul tema. Ho fatto un film contro i pregiudizi e so che esistono. Per questo, non mi stupisco che ci sia qualcuno che si schiera contro. Sono molto contenta della reazione che hanno i ragazzi. Hanno apprezzato di aver visto trattare una storia che raccontava un po’ della loro vita. Un modo di vedere rappresentare anche la loro identità sessuale in modo divertente. Devo dire grazie a loro. Non capisco proprio dove sia il problema. I ragazzi hanno bisogno di sentirsi protagonisti“.
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E' bello che personaggi noti come Luca Zingaretti con "The pride" a teatro, Veronica Pivetti con questo film e all'estero Brad Pitt come produttore di "Moonlight", si prendano a cuore temi che non li riguardano direttamente, mettendosi in gioco in prima persona. Per fortuna non ci sono solo persone semisconosciute che ci usano impunemente come scorciatoia per arrivare sotto le luci dei riflettori.
È importante vedere e riconoscere pubblicamente chi sono i mandanti e conniventi dell'incitazione all'odio e alla violenza contro i gay. Il nostro unico nemico è il silenzio semmai. Quello a cui sono condannati i tanti gay della lega