Era probabilmente l’esponente più critico con le attuali posizioni intransigenti della Chiesa su vita, bioetica e anche omosessualità. Il Cardinale Carlo Maria Martini è morto questo pomeriggio dopo aver rifiutato l’accanimento terapeutico in seguito al morbo di Parkinson di cui soffriva da tempo e insieme a lui scompare una delle voci più influenti dentro alla stessa Chiesa cattolica. Nei suoi numerosi scritti, l’ex arcivescovo di Milano aveva più volte parlato della libera scelta delle persone sui temi più sensibili per la Chiesa e la politica. E di recente parlò anche dell’omosessualità in un dialogo col senatore del PD Ignazio Marino pubblicato nel libro "Credere e conoscere"(Einaudi).
Non demonizzare l’omosessualità – A proposito di omosessualità "È
difficile parlarne con poche parole, perché oggi ha assunto soprattutto in alcuni paesi occidentali anche un rilievo pubblico e ha fatto sue quelle suscettibilità che sono proprie dei gruppi minoritari, o che si credono tali, e che aspirano a un riconoscimento sociale. Di qui si possono capire (non necessariamente approvare) certe insistenze che in un primo momento potrebbero parere esagerate, penso per esempio a manifestazioni come il gay pride, che riesco a giustificare solo per il fatto che in questo particolare momento storico esiste per questo gruppo di persone il bisogno di autoaffermazione, di mostrare a tutti la propria esistenza, anche a costo di apparire eccessivamente provocatori. Personalmente ritengo che Dio ci ha creato uomo e donna e che perciò la dottrina morale tradizionale conserva delle buone ragioni su questo punto. Naturalmente sono pronto ad ammettere che in alcuni casi la buona fede, le esperienze vissute, le abitudini contratte, l’inconscio e probabilmente anche una certa inclinazione nativa possono spingere a scegliere per sé un tipo di vita con un partner dello stesso sesso. Nel mondo attuale tale comportamento non può venire perciò né demonizzato né ostracizzato. Sono pronto anche ad ammettere il valore di una amicizia duratura e fedele tra due persone dello stesso sesso. L’amicizia è sempre stata tenuta in grande onore nel mondo antico, forse più di oggi, anche se essa era per lo più intesa nell’ambito di quel superamento della sfera puramente fisica di cui ho parlato sopra, per essere un’unione di menti e di cuori. Se viene intesa anche come donazione sessuale, non può allora, mi sembra, venire eretta a modello di vita come può esserlo una famiglia riuscita. Quest’ultima ha una grande e incontestata utilità sociale. Altri modelli di vita non lo possono essere alla stessa maniera e soprattutto non vanno esibiti in modo da offendere le convinzioni di molti".
Le unioni civili – A proposito di unioni civili, la posizione del cardinale era aperturista: "Io ritengo che la famiglia vada difesa perché è veramente
quella che sostiene la società in maniera stabile e permanente e per il ruolo fondamentale che esercita nell’educazione dei figli. Però non è male, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili. Io sostengo il matrimonio tradizionale con tutti i suoi valori e sono convinto che non vada messo in discussione. Se poi alcune persone, di sesso diverso oppure anche dello stesso sesso, ambiscono a firmare un patto per dare una certa stabilità alla loro coppia, perché vogliamo assolutamente che non sia? Io penso che la coppia omosessuale, in quanto tale, non potrà mai essere equiparata in tutto al matrimonio e d’altra parte non credo che la coppia eterosessuale e il matrimonio debbano essere difesi o puntellati con mezzi straordinari perché si basano su valori talmente forti che non mi pare si renda necessario un intervento a tutela. Anche per questo, se lo Stato concede qualche beneficio agli omosessuali, non me la prenderei troppo. La Chiesa cattolica, dal canto suo, promuove le unioni che sono favorevoli al proseguimento della specie umana e alla sua stabilità, e tuttavia non è giusto esprimere alcuna discriminazione per altri tipi di unioni".
L’Aids e il profilattico – "Bisogna fare di tutto per contrastare l’Aids, come ho sostenuto in molte occasioni e come abbiamo scritto anche nel nostro precedente dialogo del 2006. Certamente l’uso del profilattico può costituire in certe situazioni un male minore".
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