Negli ultimi anni, i blog di viaggi stanno spopolando sul web. E anche molte coppie Lgbt hanno deciso di avviare questo progetto. Abbiamo deciso di farli conoscere, facendoci raccontare le loro esperienze.
Abbiamo intervistato Stefan e Sebastien, conosciuti in rete come i Nomadic Boys. Questa coppia difatti viaggia dal 2013 in lungo e in largo, raccontando attraverso il suo blog quello che vede e le diverse culture con le quali viene a contatto.
Ecco quello che I Nomadic Boys ci hanno raccontato:
Quando e come è nato il progetto dei Nomadic Boys?
Il blog di viaggi dei Nomadic Boys è nato a ottobre del 2013, come una sorta di diario per ricordare il nostro lungo viaggio in Asia. Abbiamo passato due anni in questo continente, visitandolo interamente. E durante questi due anni, il blog ha continuato a crescere in popolarità. Oggi abbiamo 85.000 visite al mese, e oltre 200.000 utenti visitano i nostri canali social.
Quanto è importante la vostra relazione nel progetto dei Nomadic Boys?
E’ estremamente importante! Il progetto dei Nomadic Boys è completamente basato sull’amore tra noi due. E’ una cosa che abbiamo progettato e portato avanti insieme, e ne siamo estremamente orgogliosi. Inoltre, recentemente ci siamo fidanzati in Colombia e a Cartagena (Spagna) e non vediamo l’ora di sposarci, come Nomadic Boys.
Il vostro non è quello che si definisce un lavoro “d’ufficio”. Cosa ne pensa la vostra famiglia di questa occupazione? Avete mai pensato di abbandonare il progetto?
A Londra, Stefan era un avvocato e Sebastien un consulente informatico per una società. Entrambi i lavori erano convenzionali, quindi le nostre famiglie sono rimaste scioccate quando li abbiamo informati del nostro progetto. Inizialmente, pensavamo che ci saremmo presi un periodo sabbatico, per tornare poi alle nostre occupazioni una volta concluso il viaggio. Ma il blog cresceva sempre più, e abbiamo deciso di investirci tempo e impegno. Le nostre famiglie erano molto preoccupate, ma si convinsero presto, non appena il progetto ci fece guadagnare i primi soldi e oggi ci permette di finanziare il nostro stile di vita non convenzionale. Non abbiamo mai pensato di lasciare, ma ci sono periodi più difficili, in cui dobbiamo stare tutta la giornata davanti a un computer, e a volte ci chiedevamo quanto diversi siano quei periodi rispetto a un lavoro da otto ore al giorno.
Di quali aspetti tenete conto quando dovete scegliere il prossimo Paese da visitare?
Essendo una coppia gay, dobbiamo scegliere quei Paesi dove l’omosessualità non sia considerata una malattia o addirittura un reato. Noi amiamo in modo particolare i paesi tropicali, soprattutto al mare dove possiamo fare snorkeling e scuba diving. Però ci piacerebbe visitare anche i luoghi più sperduti, come la penisola Antartica (Polo Sud).
Avete viaggiato in molti Paesi del mondo. Non avete mai avuto paura di atti omofobi nei vostri confronti?
Quando abbiamo deciso di andare in Asia, avevamo scelto di fare il viaggio con la linea ferroviaria Trans-Siberiana, passando quindi anche per la Russia. Eravamo impauriti, sapendo cosa stava accedendo in Russia, contro le persone omosessuali. Così, avevamo deciso di prendere due stanze singole, per non avere problemi e insospettire le autorità.
Come vi siete conosciuti?
Noi ci siamo conosciuti in un bar gay a Soho (Londra), nel febbraio del 2009. Ma ci eravamo già visti, due anni prima, nello stesso bar. In quell’occasione, Sebastien aveva scattato una foto di nascosto a Stefan, e il giorno dopo aveva detto al suo migliore amico: «Un giorno, lui sarà mio», mostrandogli la foto. Due anni dopo, nello stesso bar, ci incontrammo nuovamente. Il resto è storia. Ma Sebastien ha impiegato un anno a confessare lo “scatto rubato“.
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