L’omofobia nasce dai gay repressi: la spiegazione di un medico psicoanalista

Se una persona è appagata dalla propria vita sessuale, non dovrebbe perdere tempo a denigrare le coppie LGBT. Ma spesso non è così.

omofobia
2 min. di lettura

A parlarne è Luciano Casolari, un medico psicoanalista che racconta a Il Fatto Quotidiano la sua analisi sul tema dell’omofobia. Prima dirigente psichiatra nel servizio sanitario nazionale, poi insegnante presso la scuola di specializzazione in psichiatria, il dottor Casolari ha voluto condividere la sua riflessione, realizzata grazie a un suo paziente. Questo aveva commentato il fatto che coloro che si identificano come difensori della famiglia tradizionale, spesso sono divorziati, hanno figli con donne diverse e addirittura fuori dal matrimonio. Al contrario, coloro che non hanno problemi ad accettare una coppia formata da due persone dello stesso sesso, anzi le sostengono, il più delle volte vantano una bella famiglia unita e felice.

Partendo da questo presupposto, il dottor Casolari cita Sigmund Freud, che ha dedicato parte della sua vita proprio a questo fatto. Il neurologo, psicoanalista e filosofo sosteneva che quando una persona presenta delle resistenze psicologiche molto elevate, spesso sono provocate da delle pulsioni altrettanto forti. Siano queste consce o inconsce. Casolari fa poi una metafora, per spiegare meglio la teoria di Freud: quando una persona costruisce un muro alto e completo di filo spinato, è perché ha un segreto che deve rimanere nascosto.

Gli omofobi provano pulsioni omosessuali, ma le reprimono perché non si accettano

Analizzando degli studi clinici, continua il dottor Casolari, si nota che chi ha delle pulsioni omosessuali represse, spesso è anche omofobo. Insomma, se per educazione o convinzione, provare attrazione per una persona dello stesso sesso è sbagliato, questi cercano di reprimere il sentimento. Iniziando a provare odio verso chi invece vive la propria sessualità senza problemi. E questo, sfocia in attacchi, violenze e convegni mondiali omofobi.

Da un’altra parte, si conferma anche che se una persona è appagata e felice dal punto di vista sessuale, non prova disgusto verso invece una coppia LGBT. Se invece non è soddisfatto dalla sua vita sessuale, è perché sta cercando altre tipologie di rapporti, ma non può accettare di non essere eterosessuale. 

Denigrare la famiglia LGBT indica scarsa fiducia in se stessi

Il dottor Casolari non si ferma qui. L’omofobia esiste, a differenza di quello che sostiene qualcuno. E quando l’omofobia sfocia appunto in violenza o in attacchi anche solo verbali (come sono soliti fare Mario Adinolfi o Simone Pillon, solo per citarne due) si dimostra una scarsa fiducia in se stessi.

Chi sostiene con ostinazione la famiglia tradizionale quindi, sta inconsciamente ammettendo di essere insicuro sui propri valori, perché se l’omofobo fosse convinto che solo la famiglia uomo-donna è quella naturale, non dovrebbe inveire contro le coppie gay e lesbiche.

Si conferma quindi il luogo comune che spesso si dice: gli omofobi sono gay repressi. Non sarà così per tutti, ovviamente. Ma questo odio potrebbe nascondere una grande curiosità del mondo LGBT, ed è così che si trovano molti “etero curiosi”.

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maschioroma 15.4.19 - 18:20

Sottoscrivo tutto parola per parola, è quello che ho sempre pensato e di cui trovo continuamente conferme.

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