La pubblicazione dell’articolo apparso ieri su Gay.it a proposito dell’omicidio di Garlasco ha provocato reazioni discordanti nei lettori. Qualcuno è rimasto perplesso, qualcun altro si dice scandalizzato, altri si complimentano con noi. Lasciate allora che vi spieghi le ragioni di una scelta. Innanzitutto dicendo quello che non volevamo fare.
Non volevamo, e non l’abbiamo fatto, accusare Alberto Stasi di essere l’assassino di Chiara. Stasi è rimasto coinvolto in una storia di efferata violenza ma per noi, come per la legge, è innocente fino a prova contraria. Abbiamo lasciate aperte delle domande cui saranno gli inquirenti a dare risposte.
Non volevamo forzare Alberto Stasi ad ammettere una sua presunta omosessualità. Il coming out lo auspichiamo da altri che stanno a livelli decisamente più alti: gente dello spettacolo, prelati, politici. Persone in vista e che potrebbero essere da esempio positivo per i giovani.
Ecco invece cosa abbiamo voluto fare. Abbiamo ripreso alcuni fatti, per altro già usciti sulla stampa, e li abbiamo messi insieme per offrirvi un punto di vista diverso che difficilmente troverete da altre parti.
Del resto chi viene a leggere le notizie su Gay.it, e sono tanti, si aspetta proprio questo: guardare ai fatti da angolazioni diverse, che spesso non sono analizzate dagli altri giornali.
Adesso vi chiedo: perchè non avremmo dovuto farlo? Perchè avremmo dovuto autocensurarci? Se Gay.it non ne parlasse il caso si risolverebbe prima? L’assassino verrebbe scoperto? Non vedo come.
Continueremo, quindi, a fare il nostro lavoro: raccontare i fatti, anche se spiacevoli, onestamente come abbiamo sempre cercato di fare.
Daniele Nardini
direttore dei contenuti
di Daniele Nardini
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