La Chiesa non ha mostrato di gradire, ma nonostante le oppisizioni, i visitatori delle rovine della città di Pompei possono fimìnalmente godere della vista di una serie di affreschi erotici molto particolari, che includono scene lesbiche e "trenini" bisex.
Le opere, rimaste sepolte sotto la polvere del vulcano per 2000 anni, durante la terribile eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d.C., sono state scoperte negli anni ’50 e da allora sono state sottoposte a una complessa opera di restauro e recupero. Gli archeologi le scoprirono causualmente "inciampando" in queste "terme del piacere" sotterranee. E si può supporre che la loro sorpresa fu grande: gli affreschi mostravano scene di sesso assolutamente esplicito. Penetrazioni, fellatio, cunnilingus, e non mancavano le versioni più trasgressive, con tre soggetti ritratti in acrobatiche performance erotiche.
Le terme sono un complesso che risale all’età augustea, concepite con un solo settore e uno spogliatoio unico, per uomini e donne, che contiene i quadri a tema erotico che, stando ad alcune interpretazioni, erano le prestazioni offerte da una "casa" a metà fra la casa di cura e il bordello. Hanno anche un ulteriore ambiente, con una grande piscina riscaldata, realizzata con una tecnica molto innovativa, che attraverso la creazione di una doppia camera, manteneva la temperatura delle acque costante. All’interno, tra gli elementi decorativi di spicco, una fontana a Mosaico policroma, nell’area della piscina fredda, decorata anche con affreschi raffiguranti soggetti marini e navi.
La Chiesa ha tentato di convincere le autorità cittadine a tenere coperte queste opere d’arte. C’è persino stato un prete locale che le ha condannate come tentazioni che potrebbero "corrompere la morale dei più casti". Ma nonostante questo, la soprintendenza ha deciso che gli affreschi saranno aperti al pubblico.
"L’apertura delle terme suburbane – spiega il soprintendente Pietro Giovanni Guzzo – fa parte di una strategia di gestione complessiva degli scavi di Pompei, che da un lato procede a organici e complessi interventi sui monumenti per assicurarne la conservazione adeguata, e dall’altro ne offre di inediti, mantenendo così di fatto sempre alto il livello dell’offerta per i visitatori". Seguiranno infatti anche la riapertura della Casa di Menandro e della Casa di Giulio Polibio, entrambe restaurate e pronte anche per la fruizione turistica. Nei primissimi mesi chiuderanno invece la casa dei Vettii e il Lupanare, per restauri.
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