Ricky Martin troneggia sulla cover dell’ultimo numero di Out Magazine, disteso a petto nudo sul giardino di casa e con una corona in testa, al fianco dell’amato Jwan Yosef, artista siriano sposato nel 2017.
Il 2020 doveva essere un anno musicalmente importante per Ricky Martin, con un attesissimo tour ormai pronto. Poi il governatore Gavin Newsom ha chiuso lo stato della California causa Covid-19, il tour è saltato e il cantante ha sperimentato qualcosa che non aveva mai toccato con mano in tre decenni di live. L’ansia. Ma l’isolamento in famiglia è stato salutare per l’ex giudice di Amici di Maria, che ha trascorso il lockdown nel villone di Beverly Hills insieme ai 4 figli, al marito, alla mamma e all’assistente personale. I due figli più grandi, Valentin e Mateo, hanno preso lezioni di karate via Zoom. I due ultimi arrivati, Renn e Lucia, hanno trascorso le giornate a dormire, piangere, magiare, giocare, come tutti i bimbi appena nati. Martin ha avuto la sua musica, Yosef la sua arte.
“Ascolta, sono diventato papà quando avevo 35 anni; non è la stessa cosa quando ne hai 48. Hai bisogno di energia! E sono forte, credimi, sono in buona salute, porto due bambini contemporaneamente insieme al passeggino e allo zaino. È una grande responsabilità”. Ma Ricky ipotizza una famiglia ancora più ampia. D’altronde sua nonna ha avuto 14 figli. “Mi piacerebbe avere anche molti nipoti in futuro, avere ogni domenica tutta la famiglia ma sai, dobbiamo vedere cosa succede. Ci sono momenti in cui vorrei altri 10 figli, e poi ci sono quelle mattine in cui tutti piangono e io sono tipo, ‘OK, forse stiamo bene anche in sei”. Per molti anni ho sognato di essere un padre, e molte, molte, molte volte ho attraversato questo doloroso processo di essere gay, un gay nascosto, credevo di non poter diventare padre. Ovviamente l’adozione è un’opzione, ed è molto bella, ma sfortunatamente per gli uomini gay è molto difficile adottare in alcuni paesi”.
Nel 2000, ancora all’apice della sua carriera, il cantante portoricano ha lanciato la Ricky Martin Foundation, organizzazione in difesa dei bambini. “Ricevetti una chiamata da un amico che stava costruendo un orfanotrofio in India”. “Mi resi conto che ciò con cui abbiamo a che fare è la schiavitù moderna. Sono un sostenitore di leggi solide che proteggano i bambini, io sono un uomo con buone intenzioni che sta cercando di adottare dei bambini, ma ci sono molte persone là fuori con intenzioni orribili che vogliono solo abusare dei bambini”. “Sono uno di quelli che dice: ‘Sì, voglio leggi per proteggere i bambini’, ma allo stesso tempo mi rendo conto che è difficile per me portare stabilità a questi bambini che vivono in un orfanotrofio, che non hannonessuno che li vada a trovare. Quindi è un po ‘frustrante. “
“Se non faccio qualcosa, permetto che accada”, ha sottolineato Martin, che sfrutta le proprie pagine social per fare del bene, per portare avanti battaglie giuste, sui diritti LGBT e non solo, come accaduto nella sua Porto Rico, dove scese in piazza per chiedere le dimissioni di un Governo corrotto e omofobo. “Una cosa che porterò sempre con me è che dopo quei giorni di protesta i miei figli mi avrebbero aspettato a casa, con la consapevolezza che diventeranno dei rivoluzionari come me, a causa della passione che abbiamo verso la giustizia sociale e l’uguaglianza”.
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