TORRE DEL LAGO – Sarà Rita Pavone la madrina del concorso di bellezza per ragazzi gay Mister Friendly Versilia, che si terrà il 14 agosto all’interno delle manifestazioni della settimana gaia del Mardi Gras.
Rita Pavone è un vero mito della canzone italiana. Lo è da quarant’anni con 34 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, una permanenza “trionfale” negli Usa alla metà degli anni sessanta e un posto fisso nell’immaginario omosessuale.
Molto diversa dalle “divine” icone gay così eccessive e così femminili, la ragazzetta ye-ye della musica italiana ha cominciato la sua scalata all’iconografia dello spettacolo, vestendo i panni di “Giamburrasca”, sceneggiato televisivo che la vedeva accanto ad un giovane ed affascinante Giancarlo Giannini, per la regia di un’altra donna particolare, Lina Wertmuller.
“Non mi piaceva per nulla Giancarlo” ha avuto poi modo di dichiarare “aveva sempre la stessa espressione. E poi da quando fa film intellettuali si vergogna di aver recitato con me!”.
Rita appare nei panni di un ragazzino e a questo proposito, nella sua autobiografia uscita tre anni fa “Nel mio piccolo” racconta un aneddoto divertente: "I miei figli stavano guardando alla televisione una vecchia puntata di “Giamburrasca” e il maggiore fa al più piccolo – Quella è la mamma – E lui di risposta: Non è possibile, quello è una maschio. – Ma come non lo sapevi? Da giovane la mamma era un maschio!!"
Ma la ragazzina androgina stava crescendo e lo scandalo del matrimonio con Teddy Reno, rafforzato da una velenosissima parodia di Alighiero Noschese, la allontanò per diversi anni dalle scene “ufficiali” italiane. Ma mai da quelle internazionali dove, specialmente in sud America, ha continuato a vendere migliaia di copie dei suoi dischi.
Cantante, attrice, ma anche talent-scout. Sua la colpa di aver scoperto Renato Zero nei “Collettoni” di Canzonissima, insieme a Loredana Bertè, Mia Martini e Stefania Rotolo. Tutti vicini, per immaginario o per fatti concludenti, al mondo gaio.
Sempre attenta alle tematiche gay, negli anni ottanta ha anche scritto una canzone su un tragico amore lesbico, mentre le sue vecchie ironiche canzoni venivano riproposte nei primi locali apertamente omo di tutta Italia.
Non è mai stata una figura eccessiva, ridondante, nessuna drag-queen si vestirebbe come lei, ma il suo atteggiamento tenero e aggressivo allo stesso tempo e le sue canzoni ingenue e sfacciate continuano a fare da “sigla” alle serate più “pazze”.
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