Dal Venerdì di Repubblica.
Alla fine Anna Nicole Smith ha vinto. Il 28 settembre scorso il giudice Samuel Bufford del tribunale di Los Angeles le ha riconosciuto il diritto di ereditare 449 milioni di dollari (circa mille miliardi di lire)dal patrimonio del suo ex marito, J.Howard Marshail, morto a novanta anni, magnate del petrolio, industriale e finanziere texano. Una delle eredità più cospicue mai dibattute in un tribunale americano, con la pertecipazione speciale di una ex conoglietta di "Playboy". La battaglia legale era cominciata a Houston, in Texas, nel 1995, il giorno stesso della morte del miliardario, quando la vedova in lacrime, allora ventiseienne (vestita con lo stesso abito bianco del matrimonio), i figli e i parenti, dopo il sontuoso funerale e la cremazione, avevano aperto il testamento del vecchio Marshall: scoprendo che alla bella Anna, l"ex marito, non aveva lasciato nulla. Nemmeno una spilla d"argento. La Smith non si era persa d"animo ed aveva impugnato il testamento appellandosi alla scarsa capacità di intendere e di volere dall"anziano marito e alla probabile manipolazione delle sue ultime volontà da parte dei figli. "Howard mi aveva sempre assicurato che, in caso di decesso, mi avrebbe lasciato metà del patrimonio" dichiarava Anna Nicole, oggi trentaduenne, in tribunale. E al momento della sentenza, alle parole favorevoli del giudice Bufford ("Non c"è dubbio che in questo caso la vedova aveva una legittima aspettativa di ricevere una sostanziosa porzione del patrimonio di Mr Marshall"), era scoppiata in lacrime: "sono commossa, è finita proprio come lui avrebbe voluto".
Finita del tutto, per ora, non è, perché uno dei figli del petroliere, E. Pierce Marshall, sessantunenne, ha già presentato ricorso e ha attaccato pesantemente la Smith accusandola di aver manipolato la volontà dell"anziano marito. Durante il loro matrimonio durato 14 mesi, la vedova aveva ricevuto in dono tre case dal valore miliardario, gioielli e automobili di lusso. In realtà di testamenti J. Howard Marshall ne aveva fatti sette e in ognuno aveva cambiato completamente idea sugli eredi. Nemmeno la sua vita era stata quella di un santo dedito al lavoro, alla prima moglie Betty e ai figli. Conobbe Anna Nicole Smith nel 1991 in un locale di strip-tease di Houston, in Texas. Lui, su una sedia a rotelle, attivo sessualmente fino agli ultimi giorni della sua vita, era un assiduo frequentatore di ritrovi hard. Pagava ogni sera assegni con molti zeri alla cassa e infrangeva cuori fra le ballerine. Prima della Smith, per anni, aveva avuto una lunghissima e generosa relazione con una certa Dianne, spogliarellista anche lei. Sul suo conto in banca, quando lei morì durante un"operazione di lifting al viso, c"erano quasi sei milioni di dollari.
Ma con Anna fu vero amore? Gli aficionados di questa soap opera tutta americana lunga sei anni, sono divisi. Per alcuni la risposta è facile: la Smith faceva parte di quella schiera di belle ragazze che da tutti gli angoli degli Stati Uniti si trasferiscono a Houston a caccia di tycoon del petrolio in età avanzata per poi spillare loro quattrini, regali sostanziosi e beni in eredità. Quando i due si erano sposati lei aveva 25 anni e lui 89. Per altri, invece, la Smith, era una povera ragazza di provincia che ne aveva passate di tutti i colori e aveva visto nel vecchio petroliere la tranquillità e , se non l"amore e il sesso, almeno l"affetto e la protezione. "Nessuno si era mai preso cura di me in tutta la mia vita", ha raccontato dopo la sentenza Anna, "quest"uomo c"è riuscito e io lo amavo per questo". La ex spogliarellista aveva fatto molti mestieri prima d"incontrare J. Howard Marshall nel "91. La commessa, la cassiera, la cuoca e infine la stripper. Tutto. Lei diceva, per crescere suo figlio Daniel, oggi quattordicenne, avuto a diciassette anni da un uomo violento e egoista che la lasciò subito per figgire con un"altra.
Anche suo padre abbandonò presto sua madre a Texia, un paesino del Texas dove Anna era nata nel 1968. La Smith diventò famosa nel 1992 quando Paul Marciano della Guess la scelse come testimonial per una campagna di jeans. "Era il contrario delle modelle magrissime e assessuate dei primi anni 90" raccontano oggi alla Guess, "ma era quello che volevamo, una ragazza di provincia, sana, bionda, con tutte le forme, che ricordasse l"orgoglio americano degli anni 50". E come reincarnazione della bellezza anni 50, alla Mrilyn Monroe, fu lanciata sulle pagine di "Playboy", ottenendo la copertina come la playmate dell"anno. Tanto si era calata nel mito della Monroe che qualche anno fa, in un momento del calo di notorietà, cercò di attirare l"attenzione dei giornali affittando la stessa villa dove Marilyn aveva vissuto in Helena Drive a Los Angeles. Giorni da dimenticare, per Anna, quelli in California: un ricovero in ospedale per cause misteriose e un imbarazzante processo. La sua domestica, Mafia Cerrato, la trascinò in tribunale accusandola di proposte oscene. Ubriaca, la Smith, secondo le accuse della cameriera, l"avrebbe ripetutamente molestata dichiarandole il suo amore. Anna Nicole Smith, per i suoi sostenitori, appartiene a quella schiera di donne "sfrattate e vulnerabili, che cadono facile preda di miti di carta e uomini che desiderano solo il suo corpo". Forse lo stesso Marshall non era affatto il principe azzurro che si sarebbe preso cura di lei, nè tantomeno la rispettava come donna. Se così fosse stato nel testamento l"avrebbe almeno nominata. Ma in ogni caso, per ora, ha vinto lei.
Roberto Caramelli
di Elle
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