A pochi giorni dal suo 87esimo compleanno, è morto Tab Hunter, leggenda del cinema anni ’50.
Biondo, bellissimo e assai corteggiato, Tab ebbe una chiacchierata storia d’amore con Anthony Perkins, volto di Psycho, così come con il pattinatore Robbie Robertson. In pubblico, tuttavia, venne di fatto costretto dagli studios a vivere una relazione fittizia con Natalie Wood, sua compagna di set in film come Le Colline Bruciano e La Ragazza che ho Lasciato. All’epoca, nella Hollywood della caccia alle streghe, essere omosessuali significava andare incontro ad oblio certo (nonché al carcere).
Nel 2005, ovvero dopo 50 anni di carriera, Hunter ha pubblicamente fatto coming out dalle pagine di Tab Hunter Confidential: The Making of a Movie Star, autobiografia che diverrà progetto cinematografico grazie a J.J. Abrams e Zachary Quinto, produttori intenzionati a portare sul grande schermo la storia d’amore tra Hunter e Perkins. Anche Netflix si è interessata al ‘caso Hunter’, attraverso un doc legato proprio a quegli anni solo apparentemente dorati di Hollywood: Tab Hunter Confidential, il titolo del documentario che spazia tra ricordi da set, amori mai pubblicizzati, menzogne costruite ad hoc e restrizioni.
Per 35 anni Hunter ha vissuto al fianco del produttore Allan Glaser. Negli anni ’80 fu il genio di John Waters a farlo riemergere, volendolo al proprio fianco nel cult Polyester, insieme all’iconica Divine.