Due infermieri. Una storia. E un appello. Sentito, accorato. Da chi sta sul campo. Così il Partito Democratico ha diffuso le parole di due ragazzi gay, una coppia di infermieri da giorni in prima linea contro il Coronavirus, che dal bagno di casa, stanchi ma sorridenti, hanno così voluto fare delle semplici raccomandazioni nei confronti di tutti noi.
Siamo Vincenzo ed Enrico, stiamo insieme da quasi un anno e per nostra fortuna, siamo infermieri. Stasera abbiamo messo in pratica ciò che da giorni diciamo di dover fare, ovvero rasarci la barba. F**e s**a penserete, peccato che lavoriamo a Torino uno in sala operatoria, dove nei prossimi giorni molto molto molto probabilmente creeremo dei posti di rianimazione data la carenza dettata dall’urgenza covid19 e l’altro in pronto soccorso. Farci la barba diventa fondamentale in vista della necessità di imbardarci stile astronauti per assistere pazienti con covid19 conclamata. Esattamente, perché le maschere FFP2 e FFP3 (queste ultime che non avremo a disposizione, anche se necessarie per determinate manovre) aderiscono meglio sul volto se rasato, privo di barba. E perché la barba comunque può essere aggancio di droplets e altre particelle contagianti. Proprio così, noi passiamo le giornate a pensare il modo più prudente di affrontare la giornata di lavoro che ci aspetta domani, per non essere pericolosi per se stessi e per gli altri.
Semplici gesti quotidiani, quelli legati ad un rasoio, elettrico o meno che sia, che potrebbero però fare la differenza nel contenimento del virus. A tutti noi, ovviamente, un unico consiglio. State a casa.
Ora, a tutti quanti, tutti, nessuno escluso, adolescenti con gli ormoni a mille impossibili da tenere a casa, anziani, meno anziani, adulti, trentenni, quarantenni, genitori, figli, nonni, commessi, imprenditori, disoccupati, sportivi, studenti fuori casa. Immaginiamo possa essere difficilissimo, ma fate attenzione, state a casa, aiutateci a ritornare ad una vita normale, aiutate a chi ha bisogno di cure per il cancro, per la maculopatia, per l’ernia al disco, per l’ernia inguinale, per la sinusite cronica, per il diabete, per l’ovaio policistico, per la riabilitazione dall’amputazione, dall’incidente stradale, per sopravvivere al covid19, per l’infarto, per l’aritmia, per l’ictus, per la cefalea insopportabile, per la vertigine, per chi è da solo in una casa di riposo e non riceve più visite, per chi muore da solo perché in ospedale non può entrare più nessuno… ma vi immaginate cosa significa morire da soli? Senza nessuno che vi stringe la mano, che vi accompagna fino all’ultimo respiro? Ve lo immaginate?
Fate sacrifici, fateli tutti, fate i più grandi sforzi della vostra vita, come se fossimo in guerra, siate responsabili, vi prego, siate responsabili. #turestaacasa, che io non posso perché devo lavorare e altri non possono, perché stavano già male. A tutti gli operatori sanitari, oss, servizi di pulizia, infermieri, malati, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, medici, dirigenti, amministrativi e tutti quelli che non sappiamo nemmeno che esistono ma che adesso devono andare in ospedale, in bocca al lupo, un immenso in bocca al lupo. #celafacciamo!!
Splendido, commovente, il post scriptum finale: “a me ed Enrico, che amo profondamente, in bocca al lupo”. In bocca al lupo da parte di tutti noi, cari Vincenzo ed Enrico.
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un grande in bocca al lupo anche da parte mia. che il signore prottegga tutti. voi x primi.