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Il bipolarismo di Vittorio Sgarbi nei confronti dell’omosessualità

I due Vittorio Sgarbi: da una parte quello omofobo e contrario a tutte le coppie gay, dall’altra quello aperto e gay-friendly.

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Negli anni, Vittorio Sgarbi ha più volte, forse troppe, trattato il tema dell’omosessualità. Ma se in molte occasioni ne ha parlato positivamente, in altrettante ha dimostrato un’opinione molto negativa. Lo ha dimostrato anche lo scorso 20 novembre, quando ha premiato il vincitore del Premio Catel 2018, il cui tema era “Arte e Omosessualità”. L’evento era stato curato proprio da Sgarbi. Le sue uscite furiose con offese di ogni tipo ormai sono famose e quasi all’ordine del giorno. Ma la idee contrastanti nei riguardi dell’essere gay lasciano dubitare. Ipocrisia o bipolarismo?

Le possibilità sono tante, ma se vedete in Vittorio Sgarbi solo un uomo di centro-destra, bigotto, conservatore e contrario a tutto ciò che riguarda l’omosessualità, non è proprio così. Certo, le uscite omofobe sono molte di più rispetto a quelle favorevoli nei confronti della comunità LGBT+. Ma quest’ultime stupiscono per la loro apertura, almeno in certi ambiti.

Lo Sgarbi contrario

Le offese che l’ex parlamentare di Forza Italia ha riservato agli omosessuali e a tutti coloro che andavano contro il suo pensare sono attese ogni qualvolta si presenta a una trasmissione televisiva o radiofonica. Celebri ad esempio sono quelle indirizzate al Trio Medusa della trasmissione Le Iene. Alle loro domande provocatorie, lui aveva inveito classificandoli come “culattoni raccomandati“. Le offese poi sono state indirizzate anche al giornalista Andrea Scanzi nel marzo di quest’anno, a Franco e Gianni dopo la loro unione civile nel 2016, oltre alle famiglie omogenitoriali in occasione della Festa della Mamma nel 2017.

E’ stato inoltre lui a coniare il termine culimonio, per definire il matrimonio tra coppie omosessuali. E a dirsi contrario alla dicitura genitori 1 e 2, perché lui ha sempre detto Mamma e Papà. Senza dimenticare l’appello alla destra di ritrovare i valori tradizionali, e che l’approvazione delle unioni civili è stato il momento più basso della nostra democrazia. Infine, è del febbraio scorso la sua lezione sul nuovo ponte di Alessandria. Il critico d’arte avrebbe affermato che “su quelle cagata di ponte diventi finocchio“, spiegando che passando per quel ponte “ti si inverte il cervello“. Infine, “hai un brivido omosessuale” mentre sei lì.

Lo Sgarbi gay-friendly

Non esiste solo lo Sgarbi omofobo. Già dal 2007, quando era assessore al comune di Milano, aveva iniziato un battibecco con l’allora sindaca Moratti su ben due mostre in cui il tema era legato all’omosessualità. La seconda mostra, in particolare, era stata votata dalla giunta sotto il nome (modificato dallo stesso Sgarbi) “Liberi Amori Possibili“. Con il vero titolo “Teatro Omosessuale” non sarebbe mai stata approvata. Per l’irriverenza dimostrata, dopo qualche settimana Sgarbi venne licenziato dalla sindaca di centro-destra. In quell’occasione, aveva detto “tutto è normale, anche la diversità“. Potrebbe essere vista come un’apertura?

Nel 2017, candidato alla presidenza della regione Sicilia (poi ritirato), aveva proposto in caso di vittoria l’assessorato al Turismo a Vladimir Luxuria. In quanto transgender poteva incentivare il turismo LGBT nell’isola. Nel marzo 2018, aveva poi svelato l’omosessualità dell’oggi vice premier Luigi Di Maio e che sarebbe felice di avere un premier omosessuale come lui. Infine, il 20 novembre ha premiato il vincitore della mostra “Arte e Omosessualità“, presente a Roma fino al 4 dicembre. Come detto, la mostra era curata dal critico d’arte.

Cosa ci dice questo di Vittorio Sgarbi? Un critico d’arte aperto a tutto. Anche a temi che non condivide come l’omosessualità, ma pronto a lavorare assieme a persone LGBT+ per promuovere il territorio. Ma quando si parla di matrimoni omosessuali o di offendere, non ci pensa due volte a dimostrare una (poco) velata omofobia. 

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