SPOSIAMOCI IN SPAGNA!

Giornata storica. Sì definitivo del governo spagnolo alla legge che apre completamente agli omosessuali l'isituto del matrimonio. Tra pochi giorni la legge sarà in vigore. Viva Zapatero!

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3 min. di lettura

MADRID – «Non siamo il primo paese» ad adottare una legge simile, aveva detto prima del voto il capo del governo spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero, «e sono certo che non saremo l’ultimo». Quasi un augurio per l’Italia… E Zapatero ha mantenuto fede alla parola data portando stamattina all’approvazione definitiva la legge che modifica il Codice civile dando il diritto a sposarsi e adottare dei figli anche agli omosessuali. Nel Congresso dei deputati (350 seggi) 187 sono stati i voti a favore, 147 i contrari, 4 le astensioni; il resto dei deputati non era presente. Nella seduta di oggi la legge ha raccolto quattro voti favorevoli in più rispetto alla prima lettura al Congreso: contro hanno votato il Partido Popular e parte dei deputati nazionalisti catalani della cattolica CiU. Eccezione di rilievo, la deputata “popular” Celia Villalobos che ha (come del resto nello scrutinio precedente) votato a favore chiedendo al suo partito un ritorno a delle posizioni più di “centro”: per tutta risposta, è stata sonoramente fischiata dai suoi compagni.
La Spagna è così il quarto paese al mondo a legalizzare i matrimoni gay dopo Olanda, Belgio e Canada (dove però il provvedimento aspetta la ratifica formale del Senato).
La settimana scorsa il Senato, dove i conservatori del Partito Popolare hanno la maggioranza con l’appoggio dei conservatori catalani, aveva posto il veto sul provvedimento, ma il suo ruolo è consultivo e i voti della Camera dei deputati possono cancellare le indicazioni senatoriali.

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All’annuncio dei risultati, attivisti gay e lesbiche dal settore degli spettatori hanno applaudito lanciando baci ai deputati. I primi matrimoni potranno aver luogo dopo la pubblicazione della legge nella gazzetta ufficiale, attesa entro una quindicina di giorni.
I contenuti della leggeLa legge modifica l’articolo 44 del Codice civile, il cui testo recitava fino ad oggi: “L’uomo e la donna hanno diritto di contrarre matrimonio conformemente alle disposizioni di questo codice”. Si aggiunge ora un’altra singola frase: “Il matrimonio avrà i medesimi requisiti ed effetti, che i due contraenti siano dello stesso sesso o di sesso diverso”.
L’articolo com’era fino ad oggi infatti non precisava che l’uomo dovesse sposarsi ‘con’ una donna e la donna ‘con’ un uomo. Con lo stesso ragionamento, osserva oggi El Pais, si difende la costituzionalità della legge: l’articolo 32 della Costituzione infatti recita che “l’uomo e la donna hanno diritto di contrarre matrimonio con piena parità giuridica” senza specificare che devono farlo l’uno con l’altra.
La nuova legge modifica poi altri 16 articoli del Codice civile limitandosi però ad adeguare il linguaggio: invece di ‘marito, moglie, padre, madre’ si dice ‘coniuge’ o ‘genitore’. Per evitare contestazioni una disposizione aggiuntiva afferma: “Le dispozioni legali contenenti qualunque riferimento al matrimonio si intendono applicabili indipendentemente dal sesso dei contraenti”.

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Senza che sia necessario esplicitarlo, le modifiche consentono l’adozione congiunta da parte delle coppie gay, o la co-adozione, cioè l’adozione da parte del coniuge della madre o del padre di un bambino (opportunità questa che è nei fatti la più concreta per le coppie omosessuali, soprattutto lesbiche; se una delle partner ha avuto un figlio, per vie naturali o per inseminazione artificiale, l’altra non poteva fino ad oggi avere alcun diritto legale sul bambino).
L’adozione congiunta del resto risulterà un percorso quasi impossibile per le coppie gay spagnole: i paesi da cui proviene la grandissima maggioranza dei bambini adottati non permettono l’affidamento ad omosessuali.
Partono le protesteIl Foro delle Famiglie spagnole ha risposto all’approvazione della legge che consente i matrimoni e le adozioni agli omosessuali, invitando tutti i cittadini e le famiglie a scendere in piazza per una protesta massiccia. La manifestazione partirà questo pomeriggio, alle 14, a Madrid, dalla Porta del Sol, nel cuore della capitale spagnola. Contemporaneamente, la protesta si svolgerà in altre città della Spagna. Lo rende noto la stessa organizzazione spagnola che raccoglie centinaia di associazioni a difesa della famiglia.
Il Foro delle Famiglie aveva già organizzato una manifestazione contro la legge zapateriana che prevede l’equiparazione delle nozze gay ai matrimoni civili, a Madrid, lo scorso 18 giugno, a cui avevano partecipato quasi mezzo milione di persone, fra cui anche cardinali e vescovi spagnoli.
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