La Corte Suprema degli Stati Uniti discute questa settimana due importanti ricorsi che riguardano le nozze gay. Si tratta della decisione sul referendum che le abolì nello stato della California, la famosa Proposition 8, e della la legge federale che impedisce il riconoscimento dei matrimoni gay che in questi anni sono stati celebrati nei 10 stati che hanno legiferato in tal senso.
Domani verra’ esaminato il ricorso presentato da due coppie californiane contro la Prop8. Mercoledì invece arriva in aula il ricordo contro la cosiddetta DOMA, la legge contro la quale si è scagliato anche Obama e, da ultima, l’ex Segretario di Stato Hillary Cliton. E lo stesso Bill Clinton, che ha firmato la legge nel 1996, ha dichiarato di sostenere i matrimoni gay e si e’ detto convinto che la legge e’ incostituzionale.
Insomma, la Corte si troverà davanti due casi che potranno rivelarsi storici, anche se apppunto diversi osservatori affermano che i giudici preferiranno una linea cauta. In particolare, viene sottolineato come recentemente il giudice Anthony Kennedy, che ha scritto le più importanti sentenze in favore dei diritti dei gay, recentemente ha detto di non considerare ideale il fatto che la Corte ultimamente sia al centro di così importanti questioni sociali e civili. “Una democrazia non dovrebbe essere dipendente per le sue piu’ importanti decisioni da quello che nove persone non elette da una ristretta corte dicono”, ha detto Kennedy. Ed in effetti, dal punto di vista politico la direzione del paese appare chiara, anche se la maggioranza degli stati ancora non riconoscono i matrimoni gay, i sondaggi di opinione mostrano come vi sia un crescente consenso, soprattutto tra i piu’ giovani, a riguardo.
Le aspettative della comunità gay americana sono enormi, anche se le conclusioni a cui arriveranno i giudici sono tutt’altro che scontate. L’attuale composizione della Corte, infatti, dice che la maggioranza dei “saggi” è di estrazione conservatrice. Ma, come ha dimostrato la sentenza della Corte sull’Obamacare, dello scorso giugno, tutto è possibile. Anche perche’ c’e’ l’incognita rappresentata dal giudice John Roberts, uno di quelli nominati da George W. Bush ma che a sorpresa voto’ a favore della costituzionalita’ della riforma sanitaria fortemente voluta da Obama e altrettanto fortemente avversata dai repubblicani e dall’allora candidato alla presidenza Mitt Romney. Il giudice Roberts, insomma, potrebbe ancora una volta risultare decisivo. E a questo proposito c’è una notizia molto curiosa. Fra il pubblico, nei banchi riservati ai familiari dei giudici, siederà anche Jean Podrasky, cugina lesbica proprio del giudice Roberts, insieme alla compagna.
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