E’ forse una delle fiction più innoque che la storia della TV ricordi. Di produzione tedesca, ambientata in un convento "Un ciclone in convento" racconta le vicende di una suora particolarmente vivace impegnata a salvare il suo convento che il sindaco vorrebbe trasformare in un centro congressi. Eppure Rai Uno, canale su cui va in onda la serie, ne ha censurato una puntata perché al centro dell’episodio c’era un matrimonio gay celebrato, per di più, all’interno di un convento. Addirittura! Niente di scandaloso, sia chiaro, né baci né, tanto meno, scene di nudo. Solo la cerimonia in cui i due diventano ufficialmente coniugi.
Sufficiente, evidentemente, a fare scattare su "Romeo e Romeo", questo il titolo della puntata, la scure implacabile della censura omofoba che più volte abbiamo visto in azione sui canali Rai (il caso Brokeback Mountain su tutti), ma non solo. Immediata la reazione dell’onorevole Paola Concia che, tra l’altro, ha da poco sposato la sua compagna proprio in Germania.
"Mi sto muovendo – dice la deputata del Pd all’Adnkronos – per capire cosa posso fare contro questa vicenda assurda. Mi ha chiamato anche una radio tedesca, erano inorriditi. In Germania i matrimoni omosessuali, del resto, sono realtà dal 2001. Qui da noi sono un miraggio per la comunità gay, ma Rai Uno è comunque fuori dalla realtà esistente dal sentire comune degli italiani, intenta a far da megafono a un centro destra che è ossessionato dalla questione.
"Quando mi sono sposata con mia moglie Ricarda – racconta – ho ricevuto migliaia di lettere di cittadini comuni che mi esprimevano le loro felicitazioni, moltissimi ci tenevano a precisare di esser cattolici. Se i tedeschi non ci amano – aggiunge – non è solo per i nostri conti pubblici, ma anche per questo, per l’arretratezza che mostriamo sul fronte dei diritti civili".
Ma il Paese reale assicura "è da un’altra parte, non certo schierato con queste crociate sterili e inopportune. Di fiction che raccontavano amori omosessuali – continua – ce ne sono già state tante altre, trasmesse sulla tv italiana. E’ evidente che c’è una regressione capitanata da una parte del potere che non rappresenta, tuttavia, i cittadini. Su questo non ho alcun dubbio".
Intanto, mentre su blog, forum e social network imperversano la polemica e l’indignazione, c’è già chi lanciauna campagna per non pagare più il canone Rai in segno di protesta.
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