"…sono donne, che hanno scelto la notte come tempio dei loro segreti. Sono esseri che vivono nel sussurro di una cantilena, geni delle passioni umane. Sono Streghe…". Il libro delle ombre
Grazie alle magie di fotografi illustri, ogni donna può ambire alla perfetta…illusione. Le star, o starlet, dello spettacolo ne sanno qualcosa. Grazie ai maghi dell’obiettivo, infatti, come per incanto, attrici,
attricette e veline dello schermo televisivo si vedono risplendere di luce aurea sulle pagine dei dodici mesi dell’anno, mai tanto ambite quanto negli ultimi cinque anni. “Roba da camionisti/e”, dicono gli snob, “Pezzi d’arte”, si difende Martina Colombari, “Roba da milioni di lire”, dicono Dolce & Gabbana a Quelli che il calcio… su Rai2, trasmissione condotta da Simona Ventura, criticando la modella in diretta TV.
Quale arte: Soldi! Soldi! Soldi! Qualcuna ricorda la canzone di Renato Zero? Poi, si sa, l’importante è…venire, oh scusate, volevo dire finire, sì, finire sulle pareti casa, officina, retrobottega, armadietti di più italiani possibile, perché quello che conta oggi è la visibilità, che sta al successo tanto quanto il presenzialismo. E parlando di bellezza, viene da sottolineare che mai come ora i maghi fotografi hanno contribuito ad esaltare quella parte più oscura e nascosta delle donne: la stregoneria, così, che anche le meno belle potessero ambire alla massima sublimità data dall’apparire.
La parola strega probabilmente discendere dal latino strix (plurale:
striges), che indicava una donna fattucchiera, capace di trasformarsi in rapace notturno, simile al barbagianni, in grado quindi di volare nell’aria. A sua volta il termine strix sarebbe derivato, secondo l’inquisitore domenicano Bernardo da Como, dal fiume infernale Stige. Da qui, pare ovvio che la passione per la trasformazione vien da sé, che la gioia di scoprirsi immortalata su carta sotto effetti speciali, renda tutto virtualmente meno effimero.
Dalla fiction alle feste a tema, tutto
odora di stregoneria, ma niente paura, è stregoneria positiva. Ecco perché mi piace credere che il 2002 sarà l’anno delle streghe, l’anno delle donne, delle lesbiche che trovano il coraggio di venire fuori, di vivere e partecipare, delle giovani dyke di tutto il mondo, ma soprattutto europee, dell’amore lesbico inteso come amore femminile, amore di donne, tra donne, per le donne ma anche per le diversità. L’anno della liberazione da tanti tabù come la paura dell’uomo poiché diverso, il maschile che teme il femminile e da sempre lo prevarica va trattato senza dimenticare che l’uomo, da sempre, sono le donne ad averlo allevato. Gay e lesbiche insieme, ancora di più, questo è quello che mi auguro, per trovare la strada dei nostri diritti, per stabilire regole di convivenza e reciprocità, nessun buonismo, solo un po’ di ragion veduta.
Forse un calendario dell’amore gay e lesbico non guasterebbe, un calendario d’arte s’intende, coppie gay e lesbiche e famiglie rainbow insieme, mese dopo mese, all’insegna della bellezza e
della divulgazione culturale, per una sessualità altra che rispetti le diversità. Un calendario alternativo per un fondo che finanzi la ricerca contro l’Aids. Un Calendario Rainbow italiano non c’è, ma se ci fosse andrebbe a ruba, almeno nella comunità. Per ora possiamo solo lustrarci gli occhi con le belle di turno e perché no, appiccicare un loro calendario ad una parete di casa se abitiamo da sole, o nasconderlo da qualche parte se stiamo ancora in famiglia.
Per il 2002 è fatta. Alla prossima…
di jaguar
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