Il percorso sanremese di Manuela Paruzzo, in arte Miele, ha dell’incredibile: ha vinto, ha perso ed è stata addirittura ospite. E il tutto è successo in poco più di ventiquattro ore. Tutta colpa di quel disguido tecnico in sala stampa che, ancora oggi, nessuno ha veramente ben capito. Fatto sta che la sua Mentre ti parlo, nonostante la non ammissione alla gara finale, sta scalando la classifica dei singoli più venduti. Ma come avrà mai vissuto quel momento? Quando la chiamo la sua voce è rilassata. Finita la settimana sanremese, Miele, è tornata ad essere la ragazza rock di sempre, ma è anche pronta a togliersi tutti quei sassolini che, fino ad ora, non aveva ancora fatto.
Qualcuno, dopo il suo caso, ha definito quest’edizione come il Festival dei tarocchi..
Non amo far polemica e, oramai, quel momento lì non me lo darà più indietro nessuno. Quello che mi ha colpito è stato il sostegno da parte della gente e questa è stata la vittoria più grande.
Dov’era quando le è stato comunicato il secondo verdetto?
Ero nella “green room” sanremese. Una sala da dove si segue il Festival assieme a tutti gli altri. Sono una persona sin troppo leale e quando mi è stato detto che c’erano stati dei problemi con le votazioni, mi son sentita ancor peggio di quando ho appreso la notizia definitiva poco dopo. Non avrei mai voluto passare il turno con un voto non veritiero.
Cosa ha pensato in quel momento?
Mi sono chiesta: perché proprio a me? Mi è cascato, in un secondo, il mondo addosso.
Poi, la sera successiva, è tornata sul palco. Scelta coraggiosa..
Qualcuno l’ha definito un contentino, ma io non lo definirei così. Prima di accettare l’invito di Carlo ci ho pensato tanto. Ho pensato a cosa sarebbe stato più giusto per me. Poi ho pensato che ero lì per far musica. Per far conoscere la mia musica, e l’esibizione di venerdì è stata una sorta di regalo per tutte quelle persone che mi hanno supportato.
C’è stato qualche big che le è stato particolarmente vicino?
Noemi in primis e, a seguire, il bravissimo Lorenzo Fragola. Anche se il vero big è stato Carlo Conti. Una persona di un’umanità indescrivibile.
E con chi, invece, non ha legato per niente?
Ad onor del vero non c’è stato nessuno con il quale non ho legato. Anche se, in tutto quel casino, è davvero difficile riuscire a passare del tempo con qualcuno.
Quasi tutti i cantanti in gara si sono esposti con i vari braccialetti rainbow. Lei, invece, no. Posso chiederle come mai?
Io non ho mai voluto strumentalizzare la causa, anzi. In quei giorni sembrava più un dovere generale, che un piacere. Giovedì mattina uscì, su un quotidiano, una notizia che riguardava i primi giovani che si erano esibiti mercoledì. Di tutti e quattro, nessuno aveva qualcosa di rainbow addosso. A quel punto volevano che io indossassi a tutti i costi qualcosa. L’avrei voluto fare, mi creda, ma non era una cosa partita da me. In quel momento sarei salita sul palco con qualcosa in cui credo, ma che in quel momento non era un mio pensiero. Non avrei mai voluto speculare su una cosa così importante, mi creda.
Ma lei che posizioni ha in merito?
Sono favorevole alla causa e sono ancor più favorevole alle adozioni gay. Vengo da una famiglia tradizionale e, nonostante ciò, ho avuto un’infanzia poco felice. Questo a dimostrazione del fatto che la felicità si trova solamente dove ci sono due persone che si amano e che si vogliono bene. Sono e sarò sempre la prima a scendere in piazza quando ci sarà da manifestare per i diritti lgbtq, ma sul palco dell’Ariston non mi andava di esporre un qualcosa solo perché mi veniva ricordato.
Non pensa che la scelta di non aderire alla campagna per i diritti civili, l’abbia potuta penalizzare?
Non lo so e, in tutta sincerità, non m’interessa. E’ una causa talmente tanto forte che non può essere strumentalizzata e utilizzata in una gara musicale. Mi sarei sentita “sporca” se avessi ricevuto tre voti in più, per aver esibito una fascia, piuttosto che un bracciale. La causa, nonostante non mi appartenga in prima persona, io, la sposo per davvero.
Quindi pensa che qualcun altro l’abbia fatto per qualche voto in più?
Assolutamente no.
‘Occhi’ è il titolo del suo primo album. Che aspettative ha da questo lavoro?
E’ un album che vorrei raggiungesse chiunque. E’ un disco che merita di essere ascoltato. Io, nelle mie canzoni, racconto delle storie che spero possano diventare le storie di tutti. Vorrei che la mia musica diventasse protagonista della vita delle persone che mi ascoltano. In più non vedo l’ora di suonarlo dal vivo. E’ la cosa che mi piace di più e che penso di saper far meglio.
Oggi i dischi non si vendono più e i talent sembrano essere il trampolino di lancio per le nuove proposte. Lei non ha mai avuto l’idea di presentarsi tra le braccia di Maria De Filippi?
A diciotto anni provai ad andare ad Amici, ma venni subito scartata. E, col senno di poi, sono contenta che sia andata così. Non sono adatta a quei meccanismi lì. Subito dopo quel provino inizia a fare uno studio musicale più ricercato e, questo mio primo lavoro, ne è il risultato. Non demonizzo i talent, anzi, ma penso che prima di partecipare bisognerebbe che ognuno trovi la propria identità musicale.
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