#CinemaSTop Speciale Cannes: 14 titoli in corsa per la Queer Palm

Al via la 69a edizione. Per il premio gay molti candidati ma non risulta neanche un titolo pienamente a tematica

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3 min. di lettura

Sulla carta sembrerebbero molti i film lgbt in corsa per il premio lgbt a Cannes, la Queer Palm, arrivata alla sua settima edizione: ben 14. Eppure, non c’è un solo titolo che sia pienamente a tematica e il rischio è dover cercarla col lumicino come nel 2014, quando c’era lo stesso numero di film in concorso e solo quattro si rivelarono queer.

Aquarius

È anche il segno che la cinematografia lgbt è sempre più fluida, i produttori temono la ghettizzazione e così i prodotti unicamente gay si relegano nella circuitazione dei festival a tema. Gli organizzatori spiegano che “vengono considerati per il premio tutti i film di qualità che trattano artisticamente il genere, la sessualità e la marginalità. La nostra selezione è dunque ampia, e non si limita alla semplice questione gay e lesbica”.

Rester vertical

Così troviamo ben cinque titoli della competizione che però, sulla sinossi ufficiale, non riportano nulla di queer tranne le modelle vampire bisex di The Neon Demon (gli altri sono Aquarius, The Handmaiden, Ma Loute e Rester Vertical di Alain Guiraudie).

Tra le séances spéciales troviamo il gagliardo maestro 86enne Paul Vecchiali con Le Cancre che vede la partecipazione deluxe di Catherine Deneuve. Al Certain Regard è in corsa per la Queer Palm l’opera prima La Danseuse di Stéphanie Di Giusto, su una ballerina americana di fine Ottocento che raggiunge la fama in piena Belle Epoque a Parigi dove conosce una giovane Isadora Duncan. Spaccio di droga e amicizia al femminile sono invece al centro di Divines diretto da Houda Benjamina: la pusher Rebecca trascina nella sua rete due donne tentate da un sensuale danzatore.

La Danseuse

Nell’elenco troviamo anche l’italiano Fiore di Claudio Giovannesi ma la vicenda carceraria e amorosa a noi risulta essenzialmente etero (chissà che non spuntino pulsioni omosessuali in prigione: vedremo).

Incuriosisce alla Semaine de la Critique il bislacco Apnée di Jean-Christophe Meurisse in cui Céline, Thomas e Maxence vogliono realizzare il primo matrimonio a tre della storia e per portare a termine il loro progetto sono pronti a tutto. Anche il francobelga Grave di Julia Ducournau sembra promettere originalità con la vicenda di una studentessa di veterinaria, proveniente da una famiglia di vegetariani convinti, a cui succederà di tutto dopo aver mangiato carne cruda per la prima volta.

Apnée

L’unico doc che potrebbe ambire al riconoscimento lgbt è Les Vies de Thérèse di Sébastien Lifshitz sulla militante femminista Thérèse Clerc che fondò nel 1997 l’associazione Maison de Femmes à Montreuil e ideò una casa di riposo per donne basata sull’autogestione.

Saranno invece cinque i cortometraggi candidati alla Queer Palm: Gabber Lover (Francia), In The Hills (Regno Unito), Prenjak – In The Year of Monkey (Indonesia), Le Soldat Vierge (Francia) e Superbia (Ungheria).

Nella giuria presieduta dai registi francesi Olivier Ducastel e Jacques Martineau troviamo l’attrice e regista Émilie Brisavoine, il programmatore del Festival Mix brasiliano Joao Federici e la giornalista Marie Sauvion.

Tornerà anche il Queer Market, giornata di scambi professionali tra produttori, distributori, organizzatori di festival queer e tutto ciò che fa network lgbt. È previsto nella giornata di martedì 17 maggio.

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