Il poliamore è ancora una argomento divisivo per la società.
Tra chi lo contesta a spada tratta e chi lo accoglie a braccia aperte, le istituzioni ancora non si sono ancora espresse a favore o sfavore di un’alternativa alla monogamia. Ma un giudice potrebbe aver scagliato la prima pietra verso il cambiamento: per Karen May Bacdayan, giudice presso la corte civile di New York, ha sentenziato che le unioni poliamorose meritano gli stessi diritti e tutele di quelle tradizionali.
Il caso, nello specifico, ha coinvolto Scott Anderson e Markyus O’Neill, due compagni residenti in un appartamento di New York, e Robert Romano, marito di Anderson e residente in un’altra sistemazione. In seguito alla morte di Anderson, a cui era intestato l’affitto, il condominio ha impedito di estendere il pagamento a O’Nell in quanto considerato “un membro della famiglia non-tradizionale” e definendo i suoi diritti di custodia “una favoletta”.
Ma Badcayan non la pensa allo stesso modo: “Prima che il matrimonio gay venisse legalizzato, la corte dello stato di New York è stata la prima in America a riconoscere che una relazione non tradizionale, di qualunque tipo essa sia, è intitolata ad un riconoscimento legal, e che I membri non tradizionali della famiglia sono intitolati a ricevere protezioni che non li sfrattino” riporta il giudice, aggiungendo che tra i cambiamenti avvenuti dal 1989 ad oggi, anche il significato di “famiglia” è evoluto. “Perché una persona deve impegnarsi con un’altra persona solo in determinati modi prescritti per poter godere della stabilità dell’alloggio dopo la partenza di una persona cara?” continua Badcayan durante la sentenza: “Tutte le relazioni non tradizionali devono comprendere o includere solo due persone primarie?”. Il giudice evidenzia come casi di questo genere fanno riferimento al caso giudiziario di Obergefell v. Hogdes – che secondo il quattordicesimo emendamento è garantito diritto al matrimonio per coppie dello stesso sesso e richiede a tutti gli stati di riconoscerne e rilasciarne le licenze – riconoscono solo ed esclusivamente relazioni bipersonali. “Quelle decisioni, tuttavia, aprono la porta alla considerazione di altri costrutti relazionali” conclude Badcayan: “Forse è giunto il momento”.
Negli ultimi giorni il dibattito ha coinvolto anche svariate dichiarazioni dalla cantante Lizzo, che durante un’intervista con Vanity Fair ha contestato la presunta universalità delle relazioni monogamie: “La monogamia è per caso una religione?” chiede la cantante, evidenziando come le persone “pregano e combattono” per la monogamia come se fosse un culto. Lizzo, pur non definendosi poliamorosa, ha dichiarato che è più importante essere una coppia autonoma che monogama: “Non penso al sesso quando penso alla monogamia o alle regole” dice alla rivista “Penso all’autonomia e l’indipendenza tra me e lui. Quanto sarebbe meraviglioso essere questa persona completamente indipendente e unirsi per maturare due persone completamente independenti?”. Conclude la cantante: “Non sei la mia metà. Io sono tutt’una, e tu sei incredibile. Siamo connessi. Ma questo non significa che ero incompleta prima di incontrarlo”.
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