L’unica cosa che mi irrita più di TikTok sono quelli che devono ricordarti quanto odiano TikTok.
Siccome io sopporto poco TikTok devo trovare un modo per spiegarmi senza cadere automaticamente nella categoria indicata, ma non prometterò di farcela. Il problema è che dopo due minuti inizia a battermi la palpebra, e devo correre a bagnarmi la faccia o toccare muschio selvatico. I content creator sono per me come quegli amici che vogliono continuare a parlare, parlare, e parlare da soli mentre tu li ascolti inerme e non puoi davvero prendetela con loro: perché anche stavolta hai scelto tu di andare a trovarli, pur sapendo a cosa andavi in contro.
Ma Matt Taylor è tra le eccezioni. In arte @matttheperson, ho iniziato a seguirlə perché 1) aveva postato questo video intitolato ‘your friend that can’t remember anything‘ che mi fece ridere fortissimo durante un episodio depressivo 2) mi piaceva come usava l’eye-liner e il blush dorato, e pensai che se mi ritaglierò i capelli corti, mi farò un taglio come il suo.
Un anno dopo non so ancora utilizzare l’eye-liner e non ho nemmeno tagliato i capelli, ma continuo a seguirlə e non smette di farmi ridere.
@mattheperson♬ original sound – Matt Taylor
Cresciutə a Tulsa, ha iniziato a realizzare video per sfuggire alla noia della scuola cristiana che ha frequentato fino a 16 anni. Poi un giorno diventa virale e bum: lascia il suo lavoro come commessə da Starbucks, fa le valigie, e vola dall’Oklahoma a Los Angeles per diventare il TikToker full-time. Oggi ha 6 milioni di followers, fa partnership con Google e Laneige, partecipa a eventi come gli American Music Awards o VidCon, ed è portavoce non ufficiale della Gen Z (seriamente, se dovessi fornire un esempio visivo della generazione successiva alla mia farei vedere il suo profilo).
@mattheperson♬ original sound – Matt Taylor
Come spiega in un’intervista con ASLUT Magazine, oggi si approccia ai contenuti più o meno come quando lo faceva solo per gioco. Posta quello che lə piace, quando lə pare – sviando il rischio di born-out dietro l’angolo.
Nei suoi video sembra non impegnarsi mai troppo per farti ridere, e forse è per questo che ci riesce: come tantə gen Z che conosco è unbothered, nevroticə, e drammaticamente sarcasticə. I suoi TikTok non li puoi spiegare a parole, perché sono quelle cazzate che partorisci da solo in casa e se le ripeti in pubblico non fanno ridere nessuno, a parte te che le hai pensate e vissute. Banali momenti di quotidianità, ma con un occhio specifico per il dettaglio: your friend that has never heard of depression, when i’m by myself and realize i sound crazy, random aesthetic sounds, when the funny friend has something serious to say, me forgetting about straight people activities sono robe che hanno senso solo se passi tante, troppe ore da solo con i tuoi pensieri intrusivi.
@matthepersonthat damn dishwasher♬ original sound – Matt Taylor
Certo, anche con ləi, dopo cinque minuti sento il cervello decomporsi, ma in mezzo una valanga di contenuti che vogliono spiegarti la vita secondo l’algoritmo, oggi riesco a reggere solo video così: niente informazioni e opinioni non richieste, ma solo una finestra aperta nella camera di qualcunə che non si prende troppo sul serio. Con l’obiettivo di copiarlə il taglio di capelli.
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