Da 2 mesi accompagno in piscina mia cugina (14 anni), una sua compagna di classe, il fratello di questa (15 anni) e un altro compagno di classe delle prime due. Il primo ragazzino, a causa di una malattia infantile (poliomelite, credo!), fatica a camminare e spesso le sue gambe cedono sotto il peso del suo corpo facendolo cadere improvvisamente. Questa sua condizione fisica lo ha reso molto chiuso ed introverso. Mentre l’altro ragazzino è il classico bulletto, piuttosto carino e molto bravo a calcio si crede un “dio” in terra.
Per venire incontro al ragazzino “malato” il direttore della piscina gli ha messo a disposizione uno spogliatoio al piano terra (per raggiungere quelli “normali” è necessario fare 2 rampe di scale).
La settimana scorsa io e le ragazze abbiamo aspettato i ragazzi nell’atrio x 20 min dopo di che io, un po’ spazientito, sono entrato nel loro spogliatoio e li ho trovati stesi sulla panca che se lo succhiavano a vicenda. Immediatamente il bulletto mi ha spinto fuori e ha chiuso la porta a chiave ed io, per non fare polemica in pubblico, ho lasciato cadere la cosa.
Adesso il mio problema è: devo informare i genitori oppure no? A favore del sì depone il fatto che io non mi sento di avere l’autorevolezza necessaria, ma soprattutto il timore che il bulletto possa aver imposto all’altro di fare certe cose contro la sua volontà e che questi non abbia avuto il coraggio di rifiutare. D’altronde dicendolo rischierei che i due ragazzini venissero ghettizzati dagli amici e “soffocati” dai genitori.
Grazie del consiglio che mi darete.
Gentile educatore è una mamma dell’agedo che risponde al quesito da lei richiesto con una mail del 17 marzo alla quale avevo tempestivamente risposto ma con tutta probabilità è stata inviata ad un altro indirizzo, di questo mi scuso e riscrivo…
Capisco il suo stupore nel trovare i due ragazzi negli spogliatoi in atteggiamenti informali, ma spesso a quell’età può succedere che la conoscenza per così dire corporale avvenga in modo anche poco ortodosso.
Data la giovane età dei due partecipanti al “gioco” non mi soffermerei molto neppure su una presunta componente omosessuale.
Ciò che credo invece sia indispensabile da capire è se ci sia stata prevaricazione o prepotenza da parte del più forte verso il più debole.
Credo che lei da buon educatore vorrà porre l’accento su questo dato educativo e se ciò fosse, di questo sarebbe utile informare la famiglia per mettere in atto una correzione verso il ragazzo prepotente.
Credo che lei si sia già mosso in questa direzione, colgo l’occasione per salutarla con simpatia
Rita De Santis agedo
di AGEDO
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