Lobby lesbica nel calcio femminile? Continua la polemica

Il presidente del Torino Calcio femminile insiste. E le giocatrici rispondono

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Lobby lesbica nel calcio femminile? Continua la polemica - roberto salerno torino calcio - Gay.it

“Basta con le lobby gay nel calcio femminile”: l’ex senatore e deputato di An, Roberto Salerno, ha aperto un nuovo fronte caldo, e non ha alcuna intenzione di chiuderlo. “Sono presidente del Torino femminile dal 2007 e conosco bene la situazione: quando arrivai, nel 2007, su 20 calciatrici, 16-17 erano gay. E capii subito che qualcosa non andava, che questo sport non era per tutti: come fanno le famiglie a mandare le loro bambine a calcio se la situzione è questa?”.

Lobby lesbica nel calcio femminile? Continua la polemica - katia serra calcio - Gay.it

Salerno è già stato sentito dalla procura federale della Figc, e ha ribadito la sua posizione. “Questa lobby gay è onnipresente, prepotente, arrogante, condizionante… “. Ce l’ha soprattutto con tre calciatrici (o ex). E fa in nomi:” Loro, d’altronde, si sono autodichiarate. Katia Serra è capo del sindacato calciatrici e opinionista Rai e ora parla di professionismo. Si chieda semmai perchè abbiamo solo 10.000 tesserate, si chieda perchè i club non riescono ad iscriversi al campionato e si chieda perchè 500 giocatrici hanno smesso (alcune sono passate al calcio a 5, ndr). Patrizia Panico poi condizionava le convocazioni in maglia azzurra prima dell’arrivo del ct Cabrini. Sa quante erano le azzurre gay a quei tempi, al 2007? Su una ventina, almeno 17.”

Lobby lesbica nel calcio femminile? Continua la polemica - patrizia panico calcio - Gay.it

“Poi -continua il Presidente Salerno – Rita Guarino è ct della under 16 femminile e ha anche una scuola calcio a pagamento. E’ normale, tutto questo? Mi sembra che ci sia una forte incompatibilità. Di sicuro Conte o Cabrini non potrebbero farlo. Tutte queste cose le ho dette anche alla procura federale. Serra e c. vogliono querelarmi? Nessun problema”. Aggiunge: “Ma io non sono omofobo, sia ben chiaro: non capisco quindi l’intervento di associazioni come Assist. Io fui fra i primi, e anche questo deve essere ben chiaro, a chiedere le dimissioni di Belloli quando parlava delle “quattro lesbiche…” Non mi sembra che Katia Serra sia mai intervenuta. Anzi, mi sembra sia stata zitta. Perchè?”.

Lobby lesbica nel calcio femminile? Continua la polemica - calcio femminile base - Gay.it

Salerno risponde indirettamente con una lettera firmata da 350 calciatrici di ASSIST , la società nazionale atlete: “Assist, con in testa la calciatrice Patrizia Panico, chiede, a chiunque abbia a cuore la VERITÀ e il RISPETTO per il Calcio femminile, di sottoscrivere questa lettera di indignazione. Ancora una volta, il presunto orientamento sessuale di donne, ree solo di aver “difeso troppo” i diritti delle atlete, diventa non solo oggetto di dibattito in pubblica piazza, in un ragionamento che nulla ha a che fare con i valori che queste intendono tutelare, ma addirittura uno strumento di pressione contro le società sportive! La nostra convinzione sull’accaduto è invece che l’aver denunciato lo stato di arretratezza in cui da sempre sopravvive, sprovvisto di tutele, il calcio femminile, l’aver reso pubblici episodi come l’aver dovuto disegnare, tra un tempo e l’altro, le righe del campo all’ultima finale di Coppa Italia oppure l’aver ricordato che, nel calcio femminile, nelle gare dalla serie B in giù, la presenza di un’ambulanza NON è obbligatoria, ebbene tutto questo abbia provocato quanto di più incredibile si può ascoltare da dirigenti dello Sport italiano. Secondo quanto si evince chiaramente, le Atlete citate sarebbero un’asserita “lobby gay”, il cui intendimento sarebbe addirittura quello di fare “esercizio di potere” e di “bloccare il sistema”! La verità, per noi, è altrove. Noi pensiamo che, di fronte alla legittima richiesta di tutele e diritti delle calciatrici, alcuni dirigenti, non disponendo di validi argomenti, tentino di giustificare il proprio colpevole immobilismo con la paura (giammai!) di esser tacciati di omofobia ove rifiutassero di prestare ascolto o di accogliere semplici istanze di civiltà e modernità, quando queste istanze sono ovviamente a beneficio di tutte le donne, senza distinzioni. A nostro parere, il fatto che anche questa volta (come nel caso Belloli…) la “questione sessuale” sia introdotta nel dibattito proprio quando vengono avanzate legittime richieste delle atlete e paradossalmente sia sollevata da chi queste richieste le riceve, dimostra come sia ben verosimile che ci sia chi il dibattito ha interesse a rifiutarlo tout-court. E, infatti, ci si affretta a “metter le mani avanti”, dicendo “di non avere proprio nulla contro il mondo omosessuale”. A noi pare invece evidente che sia proprio questa falsa accusa a mostrare semmai la volontà di sollevare, per poi sfruttare, la questione (privata) dell’orientamento sessuale, per giustificare l’immutabilità di idee retrive che, nei fatti, si traducono nel mantenimento della grave e perdurante discriminazione delle donne, perché donne, del calcio italiano.”. Tra le richieste delle atlete firmatarie della lettera. le scuse pubbliche del Presidente Salerno e che al medesimo non venga affidato alcun incarico relativo al calcio femminile nella Lega Dilettanti per queste sue inaccettabili convinzioni.

Lobby lesbica nel calcio femminile? Continua la polemica - assist logo - Gay.it

Ieri pomeriggio, infine, il presidente Salerno ha mandato questo comunicato: “Leggo, stupito, la “reazione scomposta” di Assist e del mondo Gay che vorrei tranquillizzare in quanto ci troviamo in una situazione di “discriminazione” addirittura inversa in cui sono le lobby gay interne al calcio femminile che “dettano legge” e le società e i Presidenti sono “fuori” e totalmente “schiacciati”, dallo strapotere, dalla onnipresenza e dal conseguente condizionamento generale nelle scelte programmatiche e decisionali come quelle adottate nell’Assemblea del 14.10.2015 al termine della quale sono state “accettate” tutte le richieste di Katia Serra e C.. Ha dell’incredibile che non appena si mette in discussione questo “strapotere” e l’intoccabilità delle loro posizioni e ruoli, le signore Serra, Panico, Guarino etc. hanno chiamato i soliti rinforzi di Associazioni Gay, ARCI etc. per alzare la solita “cortina” fumogena dell’omofobia (da me non sfiorata) e nascondere, così, le anomalie di 20 anni di calcio femminile. Anomalie che riscontrai già nel 2007, quando divenni Presidente del Torino Calcio Femminile, accorgendomi che nello spogliatoio della Serie A, su 20 giocatrici 18 erano Gay e così era lo spogliatoio della Nazionale di Panico. Così proiettato all’esterno, il calcio femminile non avrebbe potuto essere uno sport per tutti e soprattutto tutte. Oggi, il calcio femminile italiano, come da 20 anni, è “bloccato” a 10 mila praticanti a “11” e l’occupazione di ogni posto nei ruoli chiave come Sindacato, comunicazione RAI, Club Italia, Nazionale etc. da parte di esponenti Gay è davanti agli occhi di tutti. Nell’attuale situazione di sottosviluppo e disinteresse generale di famiglie e sportivi, sono appena fallite 9 società tra serie A e B con circa 500 giocatrici che hanno smesso di giocare a “11” ma, ciononostante, Serra e C. sono impegnate in scioperi e ricatti alle società per giungere al “professionismo”. I tentativi di Tavecchio sono lodevoli ma occorre un suo autorevole intervento per rivedere gli organi e dare più ruolo alle società e ai Presidenti, veri portatori d’acqua del calcio femminile italiano”.

Domani in Figc riunione della commissione voluta da Carlo Tavecchio per rilanciare il calcio femminile. La Lega Nazionale Dilettanti, che gestisce (maluccio) i campionati delle ragazze, ha già risposto al n.1 del Torino, Salerno. La procura di Palazzi indaga.

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