Alla fine il partito Syriza ed il suo leader, nonché Primo Ministro, Alexīs Tsipras, l’hanno spuntata: come avevano promesso, hanno approvato le unioni civili entro la fine dell’anno. Il Parlamento greco ha infatti votato poco dopo la mezzanotte l’estensione alle coppie del medesimo sesso della legge che, dal 2008, disciplina le unioni civili tra le coppie eterosessuali. I voti a favore alla fine sono stati 194, mentre i contrari 55 (51 gli assenti). Messo in difficoltà nella settimana scorsa dagli alleati di destra al governo insieme al Premier Tsipras, è stato il Ministro della Giustizia, Nikos Paraskevopoulos, esponente del partito di Syriza, a confermare ancora una volta che il testo non prevede né stepchild né adozioni perché queste saranno oggetto di una successiva riformulazione dell’intero diritto di famiglia (va ricordato, peraltro, che in Grecia è possibile l’adozione anche ai single e quindi nulla sembra vietare la possibilità di adottare il figlio del proprio partner). Il testo è quindi arrivato oggi in Parlamento con qualche chiarimento, dopo un weekend di polemiche roventi con la Chiesa greco-ortodossa. E la votazione finale c’è stata, per l’appunto, dopo una fitta giornata di discussioni.
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Se il Ministro della Giustizia. Nikos Paraskevopoulos, ha quindi escluso più volte ogni riferimento ad adozioni e stepchild, il governo però ha accolto un emendamento di alcuni deputati di Syriza che abroga finalmente l’articolo 347 del Codice Penale Greco: un articolo “ripugnante”, come lo stesso Ministro lo aveva definito nei giorni scorsi, che fino ad oggi vietava gli atti omosessuali commessi tra un adulto e un minore di 17 anni (per i rapporti eterosessuali è 15 anni) e la prostituzione gay, stabilendo quindi una discriminazione esplicita per le persone omosessuali, l’unica ancora in vigore in Grecia.
Sul provvedimento nel suo complesso hanno votato a favore i deputati di Syriza (il partito del premier, di sinistra), del PASOK (socialisti), de “Il fiume” (Ποτάμι) e dell’Unione di Centro. Gli alleati di governo di Tsipras, i nazionalisti di ANEL, invece, alla fine hanno votato in larga parte contro: in Parlamento oggi il capogruppo aveva dato infatti indicazione di voto contraria. La discussione in Parlamento è stata abbastanza calma, a parte qualche frase decisamente omofoba di deputati della destra ed in particolare del partito di Alba Dorata, mentre fuori diversi gruppi LGBT in sit-in sostenevano la discussione in corso. Hanno votato contro anche i deputati del Partito Comunista Greco. La Chiesa ortodossa ha provato anche stamani a inviare un messaggio last-minute ai Parlamentari, invitandoli a non votare il disegno di legge come avevano fatto durante il weekend con toni, in alcuni casi, estremamente accesi ed esplicitamente omofobi.
Ad intervenire nel pomeriggio è stato lo stesso premier Alexis Tsipras: “Con l’introduzione delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso – ha dichiarato – si chiude un ciclo di arretratezza e di vergogna per lo stato greco, di negazione e marginalizzazione di una parte dei nostri concittadini che non hanno avuto finora alcun diritto nella convivenza col proprio partner, il che ha portato la Grecia a condanne da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo”. Il premier ha anche dichiarato che oggi “non è un giorno di celebrazioni, ma un’occasione per chiedere scusa alle persone cui finora sono stati negati i diritti concessi agli altri cittadini, in paesi con sistemi giuridici più avanzati”. “Questo disegno di legge – ha concluso con una punta di amarezza il premier – avrebbe dovuto passare anni fa”.
Ma cosa prevede la nuova legge? La legge dà alle coppie dello stesso sesso i medesimi diritti di successione dei coniugi eterosessuali e tende anche ad equiparare i diritti di sicurezza sociale, sul lavoro e fiscale. Nell’eredità, viene tolta la cosiddetta “legittima”: il partner di una unione civile sarà da questo punto di vista equiparato al coniuge. Le differenze più grosse col matrimonio sono e rimangono la mancanza del diritto alla stepchild ed all’adozione, la mancata presunzione di paternità per il figlio nato nella coppia unita civilmente, l’impossibilità di avere il doppio cognome, la possibilità di scioglierla in modo più semplice senza ricorrere ad un divorzio ed un trattamento fiscale meno favorevole. Per quanto riguarda l’adozione, c’è però da dire che, essendo prevista in Grecia per i single, nulla sembra vietare con la nuova legge al co-genitore di adottare il figlio del partner ma in quanto single, non in quanto compagno dell’unione civile, che è cosa ben diversa dalla Stepchild Adoption italiana che, se approvata, sarà un istituto riservato alla coppia unita civilmente.
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