Il terrore di fare il test

A volte non si va a fare il test hiv per paura, spesso terrore preventivo. Ecco però i motivi dell'importanza di sottoporsi al test. Anche se "continuava a sventolarmi le sue analisi negative".

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4 min. di lettura

Salve,
sono un ragazzo di 32 anni gay da sempre e con una vita sessuale abbastanza attiva. Non ho un partner fisso vivo a Milano per lavoro e ho un problema per il quale sto cercando una via d’uscita. Sebbene faccia sempre uso del preservativo sono terrorizzato dal fare il test Hiv e infatti con grande vergogna ammetto di non averlo mai eseguito.

Sono davvero spaventato perché nella mia vita gli episodi a rischio seppure si contino sul palmo di una mano ci sono stati. Non riesco a trovare da solo la forza di affrontare questo genere di blocco psicologico e per tanto tempo ho scansato il problema ma sento di aver sempre fatto un errore madornale nonché di aver peccato di grande ignoranza.

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Volendo essere specifici non ho mai ricevuto una penetrazione con amplesso interno. Gli unici rapporti senza preservativo e comunque sempre senza farmi venire dentro li ho avuti con un ragazzo col quale ebbi una storia e che continuava a sventolarmi le sue analisi negative. Insomma non mi sono esposto così tanto considerando che gli episodi di sperma in bocca al primo contatto sono stati davvero 2 o 3 nella mia vita…

Sono entrato nel merito perchè vorrei capire se ci sono centri dove posso rivolgermi prima di eseguire il test che mi possano fornire degli strumenti psicologici per rendermi più maturo davanti a questa condizione mentale.

Sento di dover mettere fine a tutto questo e di dover fare il test il prima possibile ma prima vorrei parlarne con qualcuno. Aggiungo che a contribuire al terrore sono stati una serie di articoli sull’incremento di contagi con dati in Italia al di sopra delle mie aspettative.

Vi auguro buon anno e vi ringrazio in anticipo.

La risposta dell’infettivologo, il dottore Francesco Allegrini

Tanti auguri di Buon Anno anche a te.

Non pensare di essere il solo in questa situazione: purtroppo il ricorso al test per l’hiv è ancora sorprendentemente basso in Italia (e non solo tra i gay). Dico sorprendentemente perchè oggi, diversamente da quello che poteva essere prima del 1996, fare il test e sapere con molto anticipo se si è hiv+ rappresenta un vantaggio perché consente di usufruire, al momento giusto, delle terapie che prima non esistevano e consente anche di rivedere il proprio stile di vita (fumo, alcool, dieta, sessualità, ecc). 

Il terrore di fare il test - testpauraF2 - Gay.it

Quando, per il lavoro che faccio, mi capita di dover comunicare la sieropositività a qualcuno la reazione più frequente del paziente è quella di pensare che non poteva capitargli "niente di peggio". Dal punto di vista medico invece non è affatto così: invito sempre, per ritornare con i piedi per terra, a riflettere, ad esempio, sulla qualità di vita di un diabetico che deve farsi 4 punture al giorno di insulina ed avere una attenzione costante a quello che mangia… Non voglio certo banalizzare la condizione di sieropositività ma, ti assicuro, che il problema principale per chi oggi è hiv+ non è di tipo medico ma è certamente di tipo psicologico (specialmente il senso di colpa) e sociale (lo stigma e la vergogna).

Effettivamente tu non hai corso dei grandi rischi ma, diversamente da quello che forse tu pensi, il rischio maggiore non l’hai corso con i rapporti orali ma con la penetrazione non protetta. La penetrazione deve essere protetta dal preservativo dall’inizio alla fine senza alcuna eccezione. Non si può contare su una specie di coito interrotto ed ancor meno si può contare sul fatto che ti sventolava un test negativo (dato che esiste un periodo finestra di alcuni mesi durante il quale una persona può essere hiv+ ma il test può risultare ancora negativo) ed inoltre: come faceva lui a fidarsi di te se un test non lo hai mai fatto?

Come vedi quello che c’è di sbagliato è la scelta del verbo: fidarsi. La fiducia invece non c’entra nulla in questo campo! Non si tratta di fidarsi o non fidarsi, non serve a  niente chiedersi se lui potrebbe o non potrebbe essere hiv+ (dato che, proprio come nel tuo caso, potrebbe non saperlo affatto) né conta se è un partner occasionale o se è una storia più o meno lunga. L’unica cosa che conta è quello che faccio IO: niente sperma in bocca e penetrazioni protette sempre. Tutto il resto sono solo chiacchiere.

Perciò ritengo che la tua scelta di voler fare il test sia giusta (ed in generale qualsiasi gay dovrebbe fare un test almeno una se non due volte l’anno) anche se capisco perfettamente la tua paura del risultato. In tutti i centri prima di eseguire il test dovrebbe effettuasi un colloquio (counselling) con il medico proprio per affrontare dubbi e timori ed il counselling andrebbe eseguito anche alla consegna del risultato. A Milano puoi ottenere informazioni sui centri dove si esegue il counselling pre test sia telefonando al Centralino della LILA (02-58103515) che al Telefono Amico dell’Arcigay (02-54122227).

Coraggio! come tu stesso scrivi "sento di dover mettere fine a tutto questo" e come tu stesso hai compreso l’unico modo per farlo è fare il test.

Ciao!
dott. Francesco Allegrini        

 

 

di Francesco Allegrini

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