L’apparizione di James Franco in raso rosa simil-Marilyn durante una blanda scenetta musicale con Anne Hathaway in smoking è l’unica sorpresa filoqueer della 83esima edizione degli Academy Awards assegnati stanotte al Kodak Theatre di Los Angeles in una cerimonia all’insegna della tradizione e del familismo, criticata dalla stampa americana. The Hollywood Reporter ha definito Franco "incapace di presentare, disinteressato e distante" mentre il Washington Post l’ha descritto "con palpebra chiusa e sorriso ebete […] Ha scelto gli Oscar solo per poter fare un pisolino".
Il re – Sono le due e mezza in Italia quando Anne Hathaway esordisce con uno stentoreo: "È stato un grande anno per le lesbiche!". Ma riguardo ai premi, le previsioni sono state
confermate con scelte piuttosto convenzionali: il tormentone della serata sono stati i lunghi discorsi dei premiati con infiniti elenchi di persone da ringraziare, in piena sintonia con Il discorso del re di Tom Hooper che si aggiudica i quattro premi principali (film, regia, sceneggiatura originale e attore), solido film storico d’impostazione teatrale sul riscatto "vocale" e d’immagine di Re Giorgio VI affetto da balbuzie e curato da un logopedista dai modi eccentrici (Geoffrey Rush rimasto al palo). Uno dei tre produttori, Iain Canning, sul palco ha ringraziato appassionatamente il compagno Ben. Il protagonista Colin Firth, finalmente Oscar dopo la nomination per A Single Man, si è invece rivolto con voce rotta dall’emozione alla moglie italiana Livia aggiungendo un ovvio: "Ho la sensazione che la mia carriera abbia raggiunto il picco". "Il ruolo di Harry in Mamma Mia! è una delle cose migliori che io abbia mai fatto", ha detto inoltre Colin Firth. riferendosi al ruolo del banchiere Harry Bright, interpretato per il famoso musical. "Ci sono tre lavori – ha raccontato – di cui vado particolarmente fiero nella mia carriera: Mamma Mia!, A Single Man e naturalmente The King’s Speech – ha detto il neo premio Oscar che nel film con le musiche degli Abba interpreta il ruolo di un gay e chiude il film ballando l’evergreen Dancing Queen". "Non capisco – ha concluso – come mai secondo alcune persone io mi sarei dovuto vergognare di vestire i panni di Harry. Non ho nessun tipo di vergogna, nel mio intimo potrei definirmi una vera drag queen, nel senso che non ho alcun timore a reinventarmi i mille ruoli diversi"
La regina – Natalie Portman in dolce attesa e un fasciante Rodante color prugna con strascico (una tendenza diffusa insieme al fucsia, scelto tra gli altri da Scarlett Johansson:
un abito di pizzo firmato D&G) è l’annunciata migliore attrice per il suo vibrante ruolo di étoile psicologicamente scissa nel deviante Il cigno nero dalle sfumature saffiche. Incinta del coreografo del film, il ballerino Benjamin Millepied, la Portman l’ha ringraziato ribadendo, come se ce ne fosse bisogno: "Mi hai dato il ruolo più importante". Una piccola polemica è sorta in conferenza stampa quando non le è stato concesso di rispondere alla domanda di una giornalista che le chiedeva come mai continua ad appoggiare lo stilista John Galliano recentemente arrestato per insulti antisemiti e sospeso dalla direzione artistica di Dior.
Gli altri premi – Nulla da fare per la commedia lesbo I ragazzi stanno bene di Lisa Cholodenko che aveva ben quattro candidature tra cui quella ad Annette Bening, unica vera avversaria della Portman nel quintetto di nominate. I migliori attori non protagonisti, anche questi favoriti nelle predictions, sono Melissa Leo e Christian Bale per The Fighter (la prima censurata con un ‘bip’ per una parolaccia pronunciata durante il discorso di premiazione). Il principale avversario del film di Hooper, l’ottimo The Social Network firmato da David Fincher, si deve accontentare di tre premi secondari (sceneggiatura non originale, montaggio, colonna sonora) mentre a Inception vanno quattro Oscar in altrettante categorie tecniche: fotografia, effetti visivi, sonoro e montaggio sonoro.
La costumista italiana Antonella Cannarozzi, candidata per Io sono l’amore di Luca Guadagnino, è stata battuta da Colleen Atwood per Alice in Wonderland a cui va anche l’Oscar per la scenografia. Resta a secco, nonostante le dieci nominations, il western-remake Il Grinta dei fratelli Coen.
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