AREZZO – “I PACS in Italia” è il tema di una tavola rotonda organizzata dal Partito dei Comunisti Italiani del Valdarno aretino e dai Verdi, a cui hanno aderito i DS, la Rosa nel Pugno, Rifondazione Comunista, e la Margherita. La tavola rotonda si terrà all’auditorium comunale di Montevarchi, in via Marzia 54, sabato 20 gennaio alle ore 16. Vi parteciperanno gli onorevoli Katia Bellillo del PdCI, Tana de Zulueta dei Verdi, Silvana Mura dell’Italia dei Valori, la senatrice Vittoria Franco dei DS e Maria Pilar Mercanti, Presidente della commissione provinciale pari opportunità. L’introduzione e il coordinamento saranno a cura di Laura Bottai e Claudio Gino Gianni. Gli organizzatori invitano tutta la cittadinanza a partecipare.
Il mese scorso la sezione del Partito dei Comunisti Italiani del Valdarno aretino aveva preso posizione dopo aver letto un comunicato di AN datato 11 dicembre 2006 sulla ‘difesa’ della famiglia fondata sul matrimonio. “Lo stupore – si legge nella nota del PdCI – è dato dalla constatazione che su questo tema c’è poca conoscenza e moltissima mistificazione, frutto di un clima oscurantistico e medievale. Si afferma che la sinistra sia ammalata di un virus “zapaterista” e di tentativi di “trasformare il matrimonio in un istituto relativo”. Vogliamo informare che il riconoscimento delle coppie di fatto, in varie formule legislative, dai PACS al matrimonio tra persone dello stesso sesso, è ormai legge in 17 paesi europei su 25. Si tratta di nazioni governate sia da governi di centro sinistra, che da governi di centro-destra. In Spagna è possibile contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso, come nel Regno Unito, in Olanda e Danimarca ed altri paesi, mentre i PACS sono stati istituiti nella Francia di centro destra di Chirac. Riteniamo un’incredibile mistificazione quanto affermato sul sito internet di AN di Montevarchi, dove leggiamo che, secondo noi della sinistra, “la famiglia fondata sul matrimonio è considerata una forma di aggregazione superata, tanto da volerla distruggere surrogandola con l’istituzione del matrimonio omosessuale. La destra clericale lancia i più biechi proclami ideologici. Di nuovo si sono elevati a “difensori della famiglia”e l’istituto del matrimonio è utilizzato come una clava per imporre a tutti e far accettare un comportamento morale: il loro! Salvo poi disattenderlo, quando gli fa comodo, visto che molti esponenti, militanti e simpatizzanti della destra italiana, a partire dai loro massimi dirigenti, sono divorziati e risposati, alla faccia della difesa della famiglia tradizionale da loro tanto proclamata e sbandierata.” (RT)
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