BERNA – “Deve essere eliminata ogni discriminazione nei confronti degli omosessuali; ma al contempo viene respinta qualsiasi parificazione delle unioni omosessuali al matrimonio”. E’ questo il parere, espresso oggi in una nota, della Conferenza episcopale svizzera a proposito del referendum che si svolgerà il 5 giugno prossimo, in cui i cittadini sono chiamati a pronunciarsi su un progetto di legge federale che dovrebbe legalizzare le coppie omosessuali.
Nel comunicato odierno, i vescovi svizzeri giudicano “socialmente preoccupante” il progetto di legge, “che privilegia senza motivi sufficienti un gruppo di persone rispetto ad altre. Nonostante alcune disposizioni limitanti -aggiungono i prelati nella loro nota- il modello di unione omosessuale registrata è evidentemente costruito secondo l’istituto del matrimonio. Le unioni omosessuali non hanno però la stessa funzione statuale del matrimonio e della famiglia. Matrimonio e famiglia garantiscono -ricordano i vescovi- la sopravvivenza dello Stato in quanto donano la vita e allevano le nuove generazioni. Tali istituti vanno pertanto sostenuti e privilegiati dalla legge. In Svizzera, questo sostegno va ulteriormente sviluppato. I vescovi non possono appoggiare -concludono i membri della conferenza episcopale svizzera- un’istituzione simile al matrimonio che privilegia un gruppo di persone prive di tale funzione statuale”.
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