All’età di soli tredici anni, Rossella si è trovata di fronte a una scelta straziante: rimanere con la madre, amorevole ma non in grado di occuparsi adeguatamente di lei, oppure rivolgersi volontariamente ai servizi sociali nella speranza di trovare una famiglia che potesse restituirle la sua infanzia.
La sua storia è quella di tantissimə altrə bambinə trovatəsi senza colpe a crescere troppo in fretta, e ce la racconta Karin Falconi, Vicepresidente dell’associaciazione M’aMa-Dalla Parte dei Bambini di cui AFFIDIamoci é parte integrante occupandosi di sostegno e promozione alla mono e omogenitorialità affidataria. Falconi é responsabile di AFFIDIamoci.
“Rossella è cresciuta in un ambiente familiare particolarmente complesso. Il papà non c’è, e la madre, nonostante le migliori intenzioni, si è dimostrata inadeguata al ruolo genitoriale. La sua giovane età mentale e una certa immaturità l’hanno portata ad assumere un ruolo più simile a quello di un’amica o di una compagna piuttosto che a quello di una madre. Talvolta, era la bambina a prendersi cura di lei, e a portare a casa i soldi sin da quanto aveva 10 anni, facendo le pulizie.
È stata la stessa bambina a cercare l’intervento dei servizi sociali, chiedendo espressamente di essere collocata in un’altra famiglia che potesse offrirle un ambiente più adatto alla crescita.
Rossella non vuole però tagliare i ponti con la madre. Anche di fronte al giudice, ha chiarito il suo desiderio di mantenere un legame. La sua richiesta era quella di una famiglia che non sostituisse quella di origine, ma che le fornisse il sostegno e la stabilità che la sua mamma non era in grado di offrire”.
L‘affido familiare rappresenta una delle risposte più efficaci alle esigenze di moltə minori come Rossella che, per vari motivi, non possono essere adeguatamente accuditə dalle proprie famiglie di origine.
In Italia, la Legge 184/83 stabilisce che l’affidamento può essere concesso a coppie etero e omosessuali, con e senza figli, sposate o meno, e anche a persone single. Questo principio di non discriminazione, basato sulla cultura, il genere, la religione, la lingua e lo stato civile dell’affidatario, dovrebbe garantire l’accesso all’affido a un’ampia gamma di individui e famiglie.
Tuttavia, la realtà applicativa varia notevolmente tra le diverse regioni italiane. In molti casi, la legge non viene applicata correttamente, e single e coppie omosessuali, pur formati adeguatamente dai servizi sociali territoriali, non vengono poi considerati per l’affidamento.
AFFIDIamoci si batte affinché ogni bambinə possa crescere in una famiglia che sia considerata giusta per lui, indipendentemente dalla composizione della famiglia stessa, che sia essa monogenitoriale, omosessuale o eterosessuale.
“Uno dei principali problemi che questə bambinə affrontano è l’età. Molte famiglie si sentono scoraggiate all’idea di accogliere unə tredicenne, perché pensano sia troppo difficile da gestire. Di conseguenza, riceviamo numerose richieste dal tribunale per trovare famiglie idonee attraverso la nostra organizzazione, Mama dalla Parte dei Bambini, che si occupa di bambini difficilmente collocabili”.
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Sì, perché in un mix di pregiudizi istituzionali e di una promozione insufficiente delle opportunità al di fuori delle coppie eterosessuali, molte coppie omosessuali e persone single non sono consapevoli di avere questa possibilità.
“Collaboriamo con diversi tribunali e abbiamo raccolto delle statistiche precise. Tra lə 199 minori difficilmente collocabili che abbiamo inserito dal 2017 ad oggi, il 70% è stato affidato a coppie eterosessuali, il 20% a coppie omogenitoriali e il 10% a persone single su tutto il territorio nazionale”.
Questo dato potrebbe dissuadere le famiglie “non convenzionali” dal tentare, alimentando un circolo vizioso che è giunto il momento di interrompere.
“In Italia, diversi tribunali si stanno impegnando attivamente nella promozione di un approccio inclusivo e privo di pregiudizi nei confronti dell’affidamento dellə minori, scegliendo le famiglie più adatte indipendentemente dalla loro struttura. Tra questi, i tribunali di Campania, Piemonte, Toscana, Lombardia, Sardegna, Calabria e Sicilia. Incoraggiamo quindi sia i single sia le coppie omosessuali a valutare l’opportunità di aprire il loro cuore e la loro casa a questə bambinə: potete fare la differenza”.
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