La famiglia è il primo affetto che abbiamo e che, di solito, vogliamo avere accanto, seppur in diverse forme. Dire ai propri genitori: “mamma sono gay” non è di certo una cosa facile, anzi potremmo persino ritenerla il coming out più difficile di tutti. E’ molto difficile perché, appunto, la nostra famiglia, nel bene e nel male, è quella che più ci dovrebbe accettare per come siamo, e per questo una grande ansia è quella di poter deludere le loro aspettative].
Ecco qui una mini guida per fare coming out in famiglia
Parlare con loro in privato e in un momento tranquillo
Anche se fare un coming out spettacolare davanti ad amici e parenti, del sud magari, ha sempre il suo fascino, forse è meglio iniziare prima a parlarne con i propri genitori e, al massimo, con fratelli e sorelle. Non sentitevi ansiosi e pensate che in realtà, qualunque sarà la loro reazione, avete fatto la cosa più giusta per voi e per loro: provare a farvi conoscere meglio. Poi potete sempre scriverlo su un bicchiere…
Farsi aiutare da un fratello o una sorella
Se avete un fratello o una sorella che lo sa e già vi capisce, fatevi aiutare. Cercate di fare coming out con i vostri genitori in sua presenza in modo che possa aiutarvi a tranquillizzarli se la loro reazione non sarà di pura gioia. In quanto persone della stessa generazione, i vostri fratelli e sorelle potrebbero essere più aperti e conoscervi meglio, per questo potete scegliere di dirlo prima a loro, che magari potranno esservi di aiuto un secondo momento per parlare con i vostri genitori.
Carirli se la loro reazione sarà inizialmente di dolore, smarrimento e senso di colpa
Un genitore non è abituato solitamente a considerare la possibilità che suo figlio sia gay o sua figlia lesbica, semplicemente perché viviamo in una cultura che non lo insegna, lo mostra poco e ne sta iniziando a parlare un po’ più seriamente soltanto negli ultimi anni. E’ piuttosto normale, infatti, che i genitori non abbiano mai messo in discussione la vostra eterosessualità e che, una volta informati, si trovino spiazzati e molto colpiti dalla notizia. Provate a capirli e a non prendervela: servirà del tempo perché possiate spiegare loro la vostra vita… e ci vorrà un bel po’ di pazienza perché capiscano che avere un figlio gay non è affatto un problema, non deve essere una preoccupazione e soprattutto non è un loro fallimento, anzi: è una ricchezza in più per la famiglia.
Aspettare ad usare la parola gay o lesbica se può essere troppo “forte”
Se pensate che i vostri genitori, di un’altra generazione o estrazione culturale, possano rimanere traumatizzati dal sentirvi dire “sono gay” o “sono lesbica”, basta che usiate una formula un po’ più moderata come: “sono innamorata di ….” oppure “mi piacciono i ragazzi” o ancora: “guarda che lei non è soltanto una mia amica”.
Ci sarà tempo, poi, per definirvi liberamente come preferite: gay, lesbica, frocio, frocia, queer…
Raccontarsi e farsi ascoltare
Come forse già saprete, come gay o lesbiche fieri (pride) della vostra persona dopo ogni coming out sarete molte volte sommersi da domande e curiosità da parte di chiunque: giovani, coetanei, amici, colleghi. Quelli che solitamente domandano di meno sono i genitori e i parenti. Quest’ultimi, infatti, in molti casi cercano di evitare di affrontare il discorso, sentendosi spesso impacciati e in imbarazzo di fronte all’argomento.
Per questo ci vuole: pazienza con il resto del mondo e pazienza, ma anche voglia di farsi ascoltare, con genitori e parenti, che hanno bisogno di essere educati alle differenze.
Provate a pensare che avete il nobile compito di educare la società che vi circonda all’amore in tutte le sue forme.
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