In attesa che si faccia chiarezza sul suo possibile ripescaggio in serie B, la Virtus Entella, squadra calcistica di Chiavari, è tornata ad abbattere quel muro di omertà e omofobia che da sempre, purtroppo, abbraccia il mondo del pallone.
Merito di Andrea Paroni, 29enne da sempre portiere dell’Entella, simbolo di un’intera città che ai microfoni de IlBellodelloSport ha sottolineato l’insensatezza della discriminazione sportiva, dettata da razzismo o omofobia che sia.
“A me sembra assurdo che nel 2018 siano ancora necessarie iniziative per parlare di ciò che è ovvio. Mi pare incredibile che un calciatore debba avere paura di scendere in campo soltanto perchè ha un colore della pelle diverso dall’altro o se ha gusti sessuali diversi. Perchè un calciatore dovrebbe essere fischiato soltanto perchè omosessuale? La mia speranza è che questi tabù, nel nostro mondo, siano stati distrutti definitivamente e che anche quei pochi idioti che hanno mostrato intolleranza e inciviltà su queste tematiche abbiano imparato che tutti meritano lo stesso rispetto e che lo sport deve essere aggregazione e non divisione. Per quanto mi riguarda ben venga che associazioni di solidarietà indicano iniziative di questo genere. Personalmente non avrei alcun tipo di problema ad avere in squadra un compagno gay o di colore: non serve nessun tipo di coraggio o di cultura per convivere con ciò che reputiamo diverso e lontano da noi, ma che merita il medesimo rispetto e grande considerazione”.
Parole chiare e inattaccabili, quelle di Paroni, numero uno tra i pali, nello spogliatoio ma soprattutto fuori dal campo.
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