La pagina Facebook di Arcilesbica Nazionale, nota per aver assunto negli ultimi anni una linea politica transfobica, era tra i miei “preferiti” di FB. I loro post mi comparivano per primi nel mio feed, poiché ho sempre creduto che conoscere tutte le posizioni interne al movimento LGBTQIA+ fosse – e ancora sia – estremamente utile. Ma da oggi, ahimè, non è più così.
Come spesso mi capita, stavo scorrendo mollemente i post di Facebook, quando un articolo ha attirato la mia attenzione: “Navratilova e lo scivolone sulle atlete trans”. L’ex tennista Martina Navratilova, per dirla brevemente, ha fatto delle dichiarazioni “trans escludenti” nei confronti delle atlete transgender. A colpirmi, in realtà, non è stata la notizia di per sé, ma il fatto che fosse proprio Arcilesbica Nazionale a condividerla, naturalmente schierandosi apertamente con Navratilova. Così, come accade nell’internet, decido di comunicare in un commento (welcome to the internet) il fastidio che Arcilesbica mi genera quando tenta di spaccare il movimento all’unico scopo, a mio avviso, di destabilizzare il clima e promuovere politiche tese a limitare la libertà delle persone e a impedire la costruzione di una società aperta e inclusiva. Ed è qui che accade l’incredibile.
Al mio commento piccato risponde l’admin anonimo della pagina di Arcilesbica Modena, circolo nato da un anno per far fronte alla fuga di circoli accaduta dopo l’ultimo congresso. Devo ammettere che ancora adesso non comprendo fino in fondo il significato del commento di AL Modena: “Davide Bombini, mi spiace se soffri di ikkimori (sic.) e non hai fatto singoli con omoni grandi quattro volte te”. Colto da imbarazzo, rispondo con una battuta, ed è qui che l’admin di Arcilesbica Nazionale sfoggia un sessismo spaventoso.
In un primo commento AL Nazionale risponde un severo “Davide Bombini ci fai pena”, al quale rispondo con un disinteressato (di certo non elegante) “Vi faccio pena? E sti cazzi?”; in un secondo commento sempre l’admin anonima di AL Nazionale mi risponde un “i cazzi sono tutti per te”. Incredibile. Un’associazione che formalmente si dichiara contro le discriminazioni nei confronti delle persone LGBT ha scritto una battuta che fa leva sulla mia omosessualità. In ultimo atto, mi bloccano, impedendomi di pubblicare la mia reazione emozionata di fronte a così tanto odio per i maschi omosessuali.
Non voglio soffermarmi su quanto becero e politicamente patriarcale sia offendere con battute omofobe e sessiste (in generale, ma in particolare se ti chiami Arcilesbica), ma su come sia anacronistico l’atteggiamento politico di Arcilesbica Nazionale. L’associazione, che ha avuto un’emorragia di socie dopo l’ultimo congresso, si muove ancora verso una settarizzazione delle lotte politiche, tracciando i confini tra “categorie” di persone– in questo caso tra gay e lesbiche – invece che cercare i punti di contatto tra lotte affini. Arcilesbica non riconosce il terreno comune tra lotta contro la violenza sulle donne e lotta contro l’odio per le persone omosessuali, bisessuali e transgender. Arcilesbica idealizza una figura di donna lesbica che si separi dal resto del mondo, senza contaminarsi con le altre lotte di liberazione. Per questo Arcilesbica è condannata all’oblio, mentre oggi il movimento LGBTQIA+ è proiettato verso una visione che intersechi le battaglie: contro l’omobitransfobia, contro la violenza maschile sulle donne, contro il precariato e lo sfruttamento, contro l’abilismo, per la casa per tutti e per la libertà di muoversi e vivere dove si desideri.
In occasione della vittoria della attuale segreteria di Arcilesbica Nazionale, mi è capitato di scrivere un pensiero che anche oggi, di fronte agli insulti omofobici e sessisti di AL, rimane valido. “[L’esistenza di Arcilesbica] favorisce quel processo che dovrà portare allo sviluppo di un movimento non più basato su orientamento sessuale e identità di genere, ma su valori che trascendono l’esistenza stessa di Arcilesbica in quanto tale: la libertà delle persone (intesa anche come libertà del e dal proprio corpo), l’autodeterminazione degli individui e i diritti umani di tutte le persone e i gruppi sociali”.
Ho un ultimo pensiero per l’admin anonima di Arcilesbica Nazionale: augurare di avere “tutti i cazzi” per sé a un omosessuale è un po’ come regalare €500 euro a un senzatetto per fargli un dispetto. Non funziona tanto, mi sa.
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