Un fenomeno tutto italiano che coinvolge i fumetti a tematica gay è la loro comparsa in contesti decisamente imprevisti.
Questa situazione da un lato contribuisce – forse – a sdoganare questi argomenti, ma dall’ altro impedisce che si crei un pubblico specifico per questo genere di prodotti, con risultati non sempre felici e comunque dispersivi.
Oggi questo accade con il mensile Blue, che da ben sei mesi pubblica la serie “OMOPATIE – Appunti di un analista omosessuale” di Giuseppe Dormio, un erotico gay di genere chubby (cioè a base di maschietti con qualche chilo in più). Probabilmente si tratta del primo hard gay a tema chubby pubblicato regolarmente in Italia, ma la rivista – che occupandosi di tematiche erotiche a 360° mette sempre delle popputissime pin-up in copertina – ha finito per far passare totalmente sotto silenzio questo esperimento.
Ed è un peccato perché, nonostante il taglio della serie possa piacere o non piacere, sicuramente una maggiore visibilità avrebbe suscitato la curiosità degli estimatori di questo particolare tipo di omoerotismo.
Le storie sono presentate come il diario medico di uno psicologo di nome Antonio Negro (talvolta protagonista diretto delle vicende), che descrive i resoconti sessuali dei propri pazienti, rigorosamente bear/chubby e non più tanto giovani, che gli confidano le proprie esperienze omoerotiche.
Pasquale, caporale di marina, è un suo cliente che gli racconta di come – per ottenere un posto di lavoro per il figlio – ha dovuto accondiscendere alle libidini di un tenente, scoprendo poi di essere omosessuale. Enzo è in analisi perché il suo compagno da sette anni, Bruno, lo ha lasciato dopo che – durante un viaggio di lavoro a Istanbul – è rimasto stregato dal medioriente, scoprendo il suo vero ruolo sessuale e dimenticandosi completamente del partner lasciato in Italia. Marco, invece, si è rivolto allo psicologo perché ha iniziato ad avere un “menage a tròis” con un ragazzo conosciuto in chat… Che poi ha scoperto essere il nipote della sua ex moglie. Fra tanti casi, però, quello più curioso è proprio quello dello psicologo stesso, che mentre va a trovare degli amici negli Stati Uniti rimane affascinato dal loro vicino di casa (molto poco raccomandabile, per la verità…), ed inizia ad avere una relazione dalle tinte morbose con lui a base di sesso e bondage, che finisce per trasformarsi in un sentimento più profondo.
L’ atmosfera rarefatta e un po’ surreale di tutte queste storie dipinge un mondo gay che, al giorno d’ oggi, sembra essere un po’ obsoleto.
Le tinte fosche di un mondo in cui gay sono persone fondamentalmente insicure che possono vivere le loro passioni solo in maniera semi-clandestina e avvolti in aura di malsana istintualità: un genere di contesto che ha accompagnato la comunità omosessuale per molti anni e dal quale lentamente i gay di tutto il mondo cercano di emanciparsi.
D’ altra parte si tratta di una realtà ancora molto diffusa al di fuori delle grandi città, e spesso anche all’ interno di queste, laddove – per una questione di formazione o di pressioni ambientali – chi è gay finisce per vivere la sua condizione in maniera conflittuale, al punto di doversi rivolgere ad uno psicologo (che forse ha i suoi stessi problemi) per cercare di razionalizzare quello che gli succede.
Forse è indicativo che i protagonisti di “OMOPATIE – Appunti di un analista omosessuale” siano tutti uomini di mezza età, e riflettano un po’ quella generazione di gay italiani che non si è potuta formare beneficiando del clima più aperto e tollerante degli ultimi anni.
Abbiamo rivolto qualche domanda al riguardo direttamente all’ autore della serie.
Quale mondo gay hai voluto rappresentare con OMOPATIE? I tuoi personaggi vogliono lanciare qualche messaggio?
Più che un mondo OMOPATIE rappresenta un immaginario. I personaggi si muovono in uno spazio al limite del surreale dove il sesso sembra rappresentare il solo modo per affermare ed affrontare se stessi. Inevitabilmente qualcuno inciampa, su un gradino più basso o su uno più alto. L’amore è inaspettato, tende agguati… Vasi vuoti, di una qualsiasi identità, pronti a riempirsi e a svuotarsi oltre al limite del contenimento, trasformandosi e ridefinendosi.
La tua serie si trova su una rivista che finora ha trattato solo marginalmente temi gay. Perché questa scelta?
Conoscevo l’ editore Francesco Coniglio da tempo, anche per collaborazioni professionali, ma è stato grazie a un comune amico, che ha creduto in me e nelle mie storie, che ho trovato la forza di propormi come autore. La voglia di presentarsi a situazioni contestualmente più appropriate l’ho sempre avuta, ma ho anche una enorme timidezza che mi frena parecchio. Francesco mi ha dato una possibilità che ho felicemente sfruttato. È successo tutto nell’arco di sei mesi: ha visto OMOPATIE, gli è piaciuto e lo ha pubblicato. La serie era pronta nella mia testa da tempo, ho visto che si poteva fare e ho continuato…
Con OMOPATIE hai avuto riscontri dal pubblico omosessuale? Hai altri progetti nel campo del fumetto gay?
Sei il primo con cui ho uno scambio di vedute… la presenza della mia e-mail sulla testata voleva essere appunto un invito al confronto, ma non è successo. Non sono molto bravo a promuovermi e la timidezza come ti dicevo mi frena parecchio. Ci saranno almeno altre tre storie di OMOPATIE, per il resto i progetti sono tanti. Continuare dipenderà dal pubblico, e dal mercato, staremo a vedere… Per il resto continuerò a scrivere e disegnare oltre ogni possibile definizione ma all’interno del mondo che sono capace di narrare: l’amore tra uomini.
Abbiamo parlato di:
Titolo: “OMOPATIE – Appunti di un analista omosessuale“
Sui numeri 159,161-164 della rivista Blue.
e-mail: [email protected]
Reperibile in edicola e in fumetteria.
di Valeriano Elfodiluce
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