Un condominio, una vera e propria casa comune per gli anziani omosessuali. È il progetto Friendly home realizzato da un gruppo di professionisti dopo 15 mesi di studio alla Bologna Business School.
L’idea è quella di prendere in gestione un palazzo in città con almeno 50 appartamenti da destinare alla comunità omosessuale (uomini e donne), per aiutare le persone che, invecchiando, possono ritrovarsi sole (perché senza figli o magari a causa di legami familiari interrotti). Persone che desiderano vivere con altre persone LGBT in una struttura fornita di assistenza sanitaria e tempo libero. Il progetto ha ricevuto il consenso dal presidente del Cassero Arcigay Vincenzo Branà e mira a farsi carico di un tema molto delicato e importante nella comunità LGBT tutta.
La società si occuperò di cercare un edificio adatto e un investitore che potrebbe o anticipare le quote di affitto (in attesa che si trovino gli inquilini) con una quota minima iniziale stimata in 400 mila euro, oppure mettree a disposizione l’immobile.
“Abbiamo stimato che almeno 35 mila persone over 55 potrebbero essere interessate a questa soluzione, potenzialmente estendibile anche ad altri grandi centri italiani e già collaudata all’estero” spiega Giulia Falcone, una delle promotrici del progetto.
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