Greta è una bimba transgender di 13 anni che all’anagrafe è stata registrata con un altro nome, Marco. Per questo motivo i suoi genitori si sono rivolti al giudice di Ravenna per chiedere il cambio anagrafico. Perché loro figlia si chiama Greta.
“Non è una battaglia legale”, ha precisato mamma Cinzia a LaRepubblica. “È una richiesta normale. Vogliamo semplicemente che in nome di Greta sostituisca il vecchio e sia scritto sui documenti”. “Per l’intervento c’è tempo, deciderà lei da grande”. “È una questione di cultura e di civiltà da risolvere per nostra figlia, ma non solo per lei, perché i transgender sono tanti ed è necessario iniziare a guardare ai loro diritti come guardiamo a quelli di tutti gli altri ragazzini”.
A Ravenna la storia della piccola Greta è di dominio pubblico, tanto dall’essere diventata persino un libro, “Io sono io” il titolo, edito dal “Ponte Vecchio” di Cesena, scritto dalla madre e da Francesca Mazzoni.
Ci siamo accorti che nostro figlio Marco dimostrava sensibilità e atteggiamenti da bambina intorno a 3 o 4 anni. Inizialmente non capivamo, poi con il tempo la verità è emersa in maniera sempre più nitida. Non è stato semplice, non lo è stato per me e non lo è stato per suo padre, dal quale mi ero già separata. Mi sono messa a studiare, ho letto tutto quello che c’era da leggere. Ci siamo confrontati con degli esperti e abbiamo deciso di accompagnare Greta. Ogni genitore fa così con i propri figli e noi siamo molto fieri dei nostri.
Dalla Procura è arrivato un parere favorevole, mentre ora si attende la decisione della giudice Antonella Allegra. Intervenuta nel corso della trasmissione Lavori in Corso su Radio Radio, Vladimir Luxuria ha così commentato la storia di Greta.
Oggi per fortuna esistono dei genitori come quelli di Greta. Tu non puoi trasformare un figlio/una figlia trans in etero. Vuol dire allontanare i tuoi figli e farti odiare. Quindi io penso che la scelta dei genitori di Greta sia giusta: accompagnare tua figlia, con i suoi tempi. Se io non avessi aspettato tutto il tempo che ho aspettato per farmi togliere i peli, avrei speso molto meno tempo e soldi. Quindi per fortuna oggi esistono delle famiglie che accompagnano i loro figli transgender. Anche perché, in quella fase adolescenziale, i figli hanno bisogno di trovare un conforto nella famiglia. E’ brutto sentire lo stesso linguaggio dei bulli da tua madre e tuo padre. I genitori non sono pronti a capire e ad accettare dall’oggi al domani. Persone transgender sono stati addirittura buttati fuori di casa. Oppure casi in cui chiamano l’esorcista. Io penso che viviamo una sola vita e bisogna viverla al meglio. E non si può vivere bene se non ti realizzi nel tuo sesso. L’identità di genere esiste.
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