Brunei, la comunità LGBT fugge dal Paese: la storia di Zoella, ragazza trans

Nessuno sa di lei, nemmeno la sua famiglia, la quale pensa che sia "guarita" a seguito di un esorcismo che le hanno fatto a 11 anni.

brunei
2 min. di lettura

Pochi giorni fa, un uomo 40enne ha raccontato a Vanity Fair la sua fuga dal Brunei e l’odio da parte della sua famiglia nei suoi confronti per la sua omosessualità. Lui sembra sia stato il primo a scappare. Ma l’intera comunità LGBT sta cercando di fuggire dal Paese, per non essere arrestata, incarcerata e rischiare di essere condannata a morte per lapidazione. Una nuova storia è quella di Zoella Zayce, una ragazza transgender di 19 anni, fuggita dal Brunei lo scorso anno per Vancouver.

In Canada, proprio come il suo conterraneo, ha fatto domanda per lo status di rifugiato, che dovrebbe essere accolta, visto che rischia la morte. Al momento vive a Vancouver, in un seminterrato. La risposta alla sua domanda di asilo non dovrebbe tardare ancora molto ad arrivare, essendo passati circa 4 mesi dalla sua presentazione. Oltre che per le leggi omofobe ispirate alla sharia, Zoella è fuggita anche dalla sua famiglia, che non avrebbe mai accettato la sua transessualità. Della quale è ancora ignara.

L’odio della famiglia e delle istituzioni in Brunei

Zoella non ha detto a nessuno di essere una ragazza transgender. Nemmeno alla sua famiglia, conservatrice. La sua identità di genere è un segreto per tutti, ma i familiari pensavano fosse omosessuale. Per questo motivo, a 11 anni, l’hanno portata da un esorcista, che l’avrebbe “liberata” dalla sua condizione. Naturalmente, invece che guarire, Zoella è rimasta traumatizzata, data anche l’età che aveva al momento dell’esorcismo.

La ragazza ha spiegato che ha scelto il Canada perché è uno Stato molto aperto, dove ognuno può vivere la sua vita liberamente, indipendentemente dal suo orientamento sessuale. Inoltre, il Canada è molto distate dal Brunei, quindi è anche difficile che la sua famiglia riesca a raggiungerla e rintracciarla, riportandola a casa. Nonostante l’attacco alla comunità LGBT, Zoella spera un giorno di fare ritorno nel suo paese di origine, poiché si sente molto legata alle sue tradizioni. Al momento, però, tornare significa rischiare la vita. Quindi, attende la decisione del Canada, e nel frattempo lavoro full time per dimostrare la sua volontà di iniziare una nuova vita lì.

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